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La Rock and Roll Hall of Fame non è (più) solo rock

L'istituzione americana si apre al rap, al country e al metal. Eminem stila l'elenco di tutti i suoi rapper preferiti, Rob Halford dei Judas Priest dice di essere la prova vivente che il metal è inclusivo, i Duran Duran annunciano la malattia di Andy Taylor

  • 9 novembre 2022, 00:45
  • 14 settembre 2023, 09:20
Eminem e la cancel culture

Nella notte tra sabato e domenica è andata in scena al Microsoft Theater di Los Angeles la cerimonia che ha proclamato i nuovi membri della Rock and Roll Hall of Fame, a una settimana di distanza dalla morte dell'ultimo superstite tra quelli entrati all'atto della fondazione nel 1986, Jerry Lee Lewis.
A scorrere i nomi degli inductees di quest'anno, colpisce soprattutto l'ecumenismo nelle scelte della fondazione: non più solo rock, ma country, metal e perfino hip-hop. Certo, non si tratta di una novità assoluta, ma mai come quest'anno lo spettro dei generi appare ampio. La serata sarà trasmessa in televisione dal network HBO solo il prossimo sabato 19, ma sono già online cronache e immagini amatoriali della cerimonia. Nel corso della quale non sono mancati momenti importanti, purtroppo non sempre in senso positivo.

I Duran Duran e la malattia di Andy Taylor


Non è stata senza dubbio una festa quella dei Duran Duran. Introdotta da Robert Downey Jr., la band ha infatti dovuto annunciare al mondo la malattia del chitarrista
Andy Taylor, assente a causa di un
tumore alla prostata in stadio avanzato. Lo stesso Taylor ha precisato in un comunicato che, pur non essendo in immediato pericolo di vita, al momento “
non esiste una cura” per la sua condizione.

Dolly Parton abbraccia il rock

Ottime notizie invece da Dolly Parton. Nonostante avesse inizialmente rifiutato l'invito della Rock and Roll Hall of Fame perché riteneva di “non avere diritto a un posto” – obiezione prontamente respinta dall'istituzione – la star del country non solo ha finito per accettare, ma ha confermato che il suo prossimo album sarà rigorosamente rock, chiudendo la cerimonia con il singolo inedito intitolato proprio Rockin'.

Judas Priest: “Il metal è il genere più inclusivo”

Non sono stati inseriti nella Hall Of Fame, ma premiati con il riconoscimento Musical Excellence, catalizzando l'attenzione grazie a un set di tre canzoni con tre chitarristi e due batteristi, grazie alla reunion con i membri storici K.K. Downing e Les Binks. Ancora più della musica hanno segnato la serata le parole di Rob Halford, che dal palco si è presentato dicendo: “Io sono il tipo gay della band. Vedete, questo è l'heavy metal. Ci definiamo la comunità dell'heavy metal, e siamo una comunità inclusiva. Non importa quale sia la tua identità sessuale, che aspetto hai, quale sia il colore della tua pelle, la fede in cui credi o non credi. Tutti sono i benvenuti. C'è ancora gente che guarda all'heavy metal un po' spaventata... ma per favore! L’avete visto qui, stasera. L'unica cosa che ci interessa è il potere, l'emozione, la dedizione e l'amore per l'heavy metal, che portiamo avanti da 50 anni.” Nonostante dipingere l'ambiente del metal come libero da qualsiasi omofobia o razzismo sia forse troppo ottimista, una testimonianza positiva di questo peso non può che far piacere.

Tutti i rapper preferiti di Eminem

Nonostante la presenza nel corso della cerimonia di musicisti leggendari come Lionel Richie (che ha cantato Easy accompagnato alla chitarra da Dave Grohl) e gli Eurythmics riuniti per l'occasione (con una Annie Lennox in ottima forma), a catalizzare l'attenzione del pubblico e della stampa è stato Eminem, che nel medley dei suoi successi è stato accompagnato sul palco da Ed Sheeran (per Stan) e da Steven Tyler (per Sing for the moment, che com'è noto campiona Dream On degli Aerosmith). Il discorso di accettazione del rapper è stato molto semplice: ha esordito dicendo “probabilmente non dovrei essere qui stasera per un paio di motivi. Uno: so di essere un rapper, e che questa è la Rock and Roll Hall of Fame. Solo pochi di noi ne fanno parte. Due: ho rischiato di morire per overdose nel 2007. Una vera schifezza. (…) Le droghe erano deliziose.” Dopo questa semplice confessione, alla presenza della figlia ventiseienne Hailey Jade, Eminem ha sfoderato alcuni fogli di carta, sui quali aveva appuntato un lungo elenco di rapper: gli artisti che lo avevano ispirato, e che in qualche modo gli avevano salvato la vita. Ci ha messo cinque minuti a leggere tutti i nomi in ordine alfabetico, da 2 Live Crew a Wu-Tang Clan. Un vero pantheon di miti personali. “Teneteli in considerazione, per le prossime cerimonie”, ha concluso.

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