Riaperti i valichi con i paesi vicini che erano ancora chiusi, di nuovo lecito il turismo degli acquisti: sono due delle conseguenze della riapertura dei confini svizzeri effettiva da oggi, lunedì 15 giugno. La libera circolazione è ripristinata con tutti gli Stati dello spazio Schengen, con i cinque membri dell'UE che non fanno parte dello stesso e con il Regno Unito. In questi ultimi sei casi, tuttavia, sono esclusi i detentori di un passaporto di uno Stato terzo.
Le restrizioni restano invece in vigore per chi arriva da altre aree del mondo. In uscita resta qualche limite in più: la Spagna, per esempio, non riaprirà le frontiere fino al 21 giugno. Da rispettare, inoltre, le disposizioni altrui quando si va all'estero, come l'obbligo della mascherina in Lombardia e quello di quarantena in Gran Bretagna.
L'apertura delle frontiere restituisce ai cittadini un diritto fondamentale andato perso in questi mesi di epidemia, ovvero la libertà di viaggiare. Lo sottolinea la consigliera federale Karin Keller-Sutter. Il coronavirus non ha "una data di scadenza", mette però in guardia. "Personalmente non ho paura di una seconda grande ondata di infezioni", ha detto in un'intervista radiofonica la titolare del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). E se anche dovesse verificarsi è più probabile che ciò avvenga in autunno o in inverno, ha aggiunto la ministra all'emissione "Tagesgespräch" sulle onde della SRF.
Sul fronte della diffusione della pandemia, in Ticino lunedì si registrano 4 contagi in più rispetto a venerdì (3'371) ma nessuna morte (350). Nei Grigioni invece la situazione non ha subito variazioni (830 positivi e 50 decessi). Sono 14 i casi supplementari a livello nazionale, senza decessi. Il virus intanto continua a diffondersi rapidamente in America latina. In Cina, altri dieci quartieri di Pechino sono stati posti in isolamento per frenare il nuovo focolaio sorto nella capitale.
di Stefano Pongan, Simone Fassora, Joe Pieracci