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Amyra, laureata e tessitrice

Il tasso di disoccupazione giovanile supera, in Tunisia, il 40%, ma c'è chi non si perde d'animo e sperimenta modelli economici alternativi (1)

  • 30 settembre 2021, 07:48
  • 10 giugno 2023, 14:31

La designer delle fibre vegetali 

RSI/Arianna Pagani - Wahib Ben Chahla 30.09.2021, 07:30

Tunisia: qui quasi un giovane su due non lavora. Il tasso di disoccupazione giovanile continua ad aumentare e oggi è del 40,6%, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica. Le politiche economiche e sociali attuate in questi anni hanno tradito le speranze della rivoluzione del 2011, ampliando le gravi fratture sociali, generazionali e territoriali già presenti. La pandemia da Covid-19 ha dato il colpo di grazia ad un’economia in bilico, facendo crollare il PIL del paese addirittura del 19% nel secondo trimestre del 2020. Le proteste continuano a moltiplicarsi, soprattutto nelle periferie delle grandi città e nelle regioni marginalizzate del paese. La crisi sociale ed economica va di pari passo con quella politica: il presidente Kais Saied ha congelato le attività del Parlamento e governa ormai tramite decreti presidenziali.

A Mahdia, alcune donne e giovani hanno avviato cooperative e piccole imprese che sperimentano un modello di economia alternativo. Come Amyra Ben Amidi, 26 anni, designer di fibre naturali. Dopo la laurea, Amyra è rimasta disoccupata, ma essendo figlia di artigiani ha lanciato un progetto di tessitura a mano, fatta con foglie di palma essiccate. Mentre i giovani della sua regione, Mahdia, progettano di partire per l’Europa, Amyra ha scelto di restare. Ha trasformato il suo cortile in un atelier dove produce oggetti fatti con foglie di palma essiccate e lavorate a mano, come borse, cesti o decorazioni per la casa che poi vende su internet, nei mercati locali o a Cit'Ess Kanawita, uno spazio collettivo e di vendita per imprenditori sociali a Mahdia.

Più di un centinaio di donne provenienti da villaggi rurali fanno parte di questa rete. Non usano prodotti sintetici e tutti usano materiali ecologici che proteggono il patrimonio immateriale della regione e l'ambiente. Il progetto avviato da Amyra si ispira al modello dell’economia sociale e solidale, un’economia ancorata al territorio, che mette al centro la protezione dell’ambiente e promuove l’inclusione sociale. “Parlare di economia sociale e solidale in Tunisia vuol dire legare questa questione alle istanze della rivoluzione”, spiega Alessia Tibollo, rappresentante in Tunisia del Cospe, una ong italiana che da dieci anni supporta progetti di economia sociale e solidale. “Sostenere un’economia alternativa e locale significa includere quelle categorie della popolazione rimaste fino ad ora escluse: i giovani e le donne”.

Arianna Poletti - Sara Manisera

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