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Benvenuti a Keno City!

L'ex cittadina dello Yukon è assolutamente speciale. Un tempo c'erano la miniera e tanti abitanti. Ora sono rimasti in pochi, ma...

  • 12 aprile 2018, 08:00
  • 8 giugno 2023, 18:18

Yukon, dove finisce la strada

RSI/Paola Ros\u00e0 - Antonio Senter 12.04.2018, 08:00

  • ©Antonio Senter

Venti abitanti, due pub, una pizzeria: Keno City, nello Yukon orientale, non è più la cittadina mineraria epicentro del Silver Trail, ma ne conserva con orgoglio le tracce e la vitalità.

“Prima che la miniera chiudesse, qui vivevano centinaia di persone: famiglie con bambini, c'erano la scuola, la squadra di hockey ed ogni baracca nei dintorni era abitata, bastava avesse anche solo il tetto”. I ricordi di Leo, gestore del Keno City Hotel sono un po' quelli di Jim, il suo dirimpettaio della Sourdough Tavern, ma a poter andare ancora più indietro nel tempo è Mike Mancini, che qui i genitori hanno portato dall'Italia quando aveva appena due anni.

Tra la memoria della miniera d'argento e i progetti di un turismo sostenibile, i venti residenti di Keno City si destreggiano fra nostalgia e futuro in questo spicchio di Yukon orgogliosamente fuori mano. Siamo a 120 chilometri dal bivio della Klondike Highway, dal ponte sullo Stewart River dove proseguendo verso Ovest si arriva a Dawson City mentre svoltando verso Est inizia il Silver Trail, asfaltato solo per un paio di decine di miglia. A mille metri di altitudine, casupole di legno segnano “la fine della strada” dove lo sterrato si stringe nella forestale che sale al Sign Post, il pianoro che a 360 gradi fa indugiare lo sguardo dall'Alaska ai Territori del Nordovest.

“Quando la mamma faceva il pane, c'era la coda dei miei amichetti davanti a casa”, sorride Mike con le mani bianche di farina. Dalla mamma pugliese ha preso le ricette e la passione degli impasti, e in tutto lo Yukon si è sparsa la voce di queste due pizzerie, una a Keno, l'altra 60 chilometri più a valle, dove si mangia una pizza artigianale, lievitata in casa, stesa a mano dall'ex direttore del museo, per tutti “Pizza Mike”.

“Qui viviamo molto i contrasti e la brutalità delle stagioni, in estate si toccano i 40 gradi, le zanzare sono un tormento; in inverno si arriva a -45 e tutto si ferma. E a Keno City restiamo in una decina di persone”.

Paola Rosà - Antonio Senter

N.d.R.: gli autori di questo reportage sono, attualmente, a Keno City e, con i 20 abitanti dell'ex-cittadina, stanno vivendo i mesi del disgelo.

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