È un progetto che, nel Mediterraneo, unisce il Nord e il Sud, in nome della biodiversità animale europea e della sua salvaguardia. Ha inoltre il pregio di fare business da un lato con la Svizzera e dall’altro con il Golfo. Di sicuro, sta facendo già felici gli amanti del nobile sport dell’equitazione che oggi sanno dove possono trovare, a portata di mano in Italia, una rara razza equina come il purosangue orientale.
Così, in Sicilia, nella tenuta Ambelia, si allevano, conservano e preservano sia i cavalli purosangue orientale – una razza autoctona di cavallo arabo siciliano – che pregiate varietà asinine, come l’asino pantesco e il sanfratellano. Ma non c’è solo allevamento.
“Da alcuni anni – spiega la principessa Caterina Grimaldi di Nixima, presidente dell’Istituto d’incremento ippico siciliano – abbiamo deciso di valorizzare tutto il territorio in funzione turistica, con l’aiuto del Dipartimento di Studi Europei Jean Monnet di Lugano e, intorno ad Ambelia, abbiamo creato molto altro: la fiera cavalli, incontri culturali, facciamo ormai parte delle tappe della Coppa Italia, in gemellaggio con Verona, e abbiamo progetti sociali con le realtà locali. Dalla pet therapy con i cavalli per persone che ne necessitano, fino all’apertura della tenuta ai carcerati di Caltagirone, per dare loro una seconda possibilità sociale e lavorativa”. Nel frattempo, il cavallo arabo siciliano ha già fatto parlare di sé: la tenuta Ambelia ha appena ospitato una delegazione saudita che ha “testato” la qualità del purosangue orientale, rimettendo il Mediterraneo al centro del mercato dei cavalli pregiati.
Laura Silvia Battaglia