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Musica live, quanto mi costi...

Le ordinanze dei grandi comuni prevedono per i bar la richiesta di autorizzazione e il pagamento di una tassa. Ma ne vale la pena?

  • 30 ottobre 2019, 06:47
  • 9 giugno 2023, 17:40

Il rumore della musica: quando suonare diventa un'impresa

RSI/Gianluca Blefari 30.10.2019, 06:45

Di: Gianluca Blefari

C'era una volta la musica improvvisata: nelle osterie e nei bar non era raro che qualche avventore imbracciasse una chitarra o si sedesse a un pianoforte per allietare i commensali. Oggi non è più così e i gerenti degli esercizi pubblici in Ticino lo sanno bene.

La locandina del batterista "Tambor", il 5 ottobre al Mono

La locandina del batterista "Tambor", il 5 ottobre al Mono

I tempi cambiano e le ordinanze comunali non aiutano: per poter organizzare musica dal vivo nei locali, ogni comune ha le sue specifiche regole, ma nella sostanza poco cambia. A Locarno e a Lugano va richiesta
un'autorizzazione alla polizia (a Lugano sono necessari almeno 7 giorni lavorativi di preavviso);
il pagamento di una tassa (a Locarno si pagano 90 franchi, a Lugano 110, spese di cancelleria incluse); e c'è un
limite di concerti all'anno (25, ovvero circa due al mese).

In molti si domandano se questa macchina burocratica abbia un senso e se non sia addirittura controproducente per la vita e l'economia di una città. Sulla carta, una strimpellata di chitarra acustica vale tanto quanto un concerto di musica metal con 5 o 6 componenti, perché una delle lacune delle ordinanze attuali è proprio la mancanza di differenziazione tra le varie tipologie di eventi.

Lo conferma anche Araldo R., del Bar Oops di Lugano, che aggiunge: "Ciò che forse disturba di più della richiesta di autorizzazione sono i giorni di preavviso necessari. Molti nostri clienti sono musicisti. A volte vorrebbero improvvisare gratis qualcosa con due chitarre,... e questo non si può fare. Per non parlare della tassa... Ma d'altronde, le regole sono regole".

"La gente va rieducata"

Gianni Morici, dello storico locale Peter Pan di Bellinzona

Gianni Morici, dello storico locale Peter Pan di Bellinzona

Secondo Massimo Zoni, gerente del
Bar Mono a Locarno, l'accanimento che si è registrato negli ultimi anni in nome di pace e tranquillità ha un po' diseducato la gente, che ora non è più a suo agio nell'affrontare la vita notturna come lo era una volta. Della stessa opinione anche Gianni Morici, dello storico
Peter Pan, locale di Bellinzona con una esperienza nell'organizzazione di eventi lunga ben 27 anni: "Negli ultimi tempi le cose sono cambiate e c'è meno interesse per il concerto live. Una volta si andava a vedere e ascoltare di tutto, anche quello che non si conosce. Oggi invece si tende a selezionare".

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