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Sahara 2 - I libri saharawi

L'Harmattan Rasd - questo il suo nome - è l'unica casa editrice in un campo di rifugiati. Nana Lbat Rachid la dirige

  • 16 maggio 2018, 08:06
  • 8 giugno 2023, 19:33

Pagine dal deserto

RSI/Gilberto Mastromatteo 16.05.2018, 07:30

  • ©Gliberto Mastromatteo

Sembrava, nel novembre del 2011, quando venne fondata, una sfida e nulla più. Oggi, dopo, 7 anni, la casa editrice l'Harmattan Rasd è diventata un punto di riferimento per l'intera comunità saharawi. La sua storia è da primato. Già, perché finora è l'unica società editoriale ad operare in un campo di rifugiati.

Gli uffici hanno sede alla Scuola delle donne, nella wilaya di Boujdour (meglio conosciuta come “27 febrero”), all'interno dei campi di rifugiati saharawi, nel sud ovest algerino. L'obiettivo della casa editrice è quello di pubblicare libri di autori locali, per la maggior parte residenti nei campi, ma talvolta anche provenienti dall'altro lato del muro, quello occupato dal Marocco.

Tutto è nato da un'intuizione di Nana Lbat Rachid, scrittrice e ora direttrice della Harmattan Rasd. Alla base c'è un sodalizio tra l'Unione dei giornalisti e degli scrittori saharawi con la casa editrice francese Harmattan, già da tempo sensibile alla particolare cultura del Sahara occidentale. È negli uffici parigini che si stampano i manoscritti prodotti nel deserto da poeti, saggisti e romanzieri in esilio. Quindi, grazie a una rete che fa capo alla diaspora saharawi in Francia, i libri vengono riportati ai campi, pronti per essere distribuiti.

Sono ormai decine i titoli pubblicati finora. Dai versi del poeta Malainin Lakhal, contenuti nella raccolta Marcia epica, ai romanzi della scrittrice El Batoul El Mahjoub, tra i quali Alla ricerca di un uomo, mio padre. E poi i saggi di Saleh Nazik sul ruolo della donna nella società saharawi, quelli di Muhammad Gassama sull'evoluzione dell'Unione Africana e infine le etnolinguistiche Riflessioni sul dialetto Hassaniya (il dialetto arabo parlato tra Mauritania e Sahara occidentale) di Ghali Zbeir.

Quasi tutti i testi sono pubblicati in lingua araba e francese. Un ulteriore volano per la crescita culturale della popolazione, che nella Repubblica araba saharawi democratica, è tra le più istruite del continente. Ma anche un tentativo per far conoscere questa cultura... al di là del muro.

Gilberto Mastromatteo

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