Federali 2019: l'onda verde si fa sentire

Pochi minuti dopo la chiusura dei seggi, Magdalena Martullo-Blocher figura saldamente in testa alla graduatoria delle preferenze nella corsa nei Grigioni al Consiglio nazionale. Dopo lo spoglio inerente a 28 dei 106 comuni retici, l’esponente dell’UDC raccoglie attualmente 4’807 voti, precedendo il collega di partito Heinz Brand, che ne ha invece 3’388.

Dai cantoni iniziano a pervenire prime indicazioni sulla corsa al Consiglio degli Stati. Il socialista Daniel Jositsch appare comodamente in testa nella graduatoria elettorale del canton Zurigo. Stando ad una prima proiezione, il consigliere agli Stati uscente oltrepasserebbe ampiamente la soglia della maggioranza assoluta richiesta, precedendo il PLR Ruedi Noser, anch’egli uscente. Passando a Basilea città, il seggio alla Camera dei cantoni del semicantone resterà con ogni probabilità in mano socialista: Eva Herzog del PS ottiene infatti 34’623 voti, a fronte di una maggioranza assoluta richiesta di 26’455. Chiaramente distanziata è la liberale Patricia von Falkenstein con 11’456 preferenze. In Vallese, infine si profila un ballottaggio generale: per ora il popolare democratico Beat Rieder precede la collega PPD Marianne Maret e il socialista Mathias Reynard.

È una perdita secca di 6,1 punti percentuali, per rapporto alle Federali del 2015, quella che mostra una prima proiezione concernente la corsa al Nazionale nel canton Argovia. Il partito è infatti accreditato del 31,9% dei voti a fronte del 38% incamerato 4 anni fa. In calo, benchè in misura decisamente più ridotta, anche i liberali-radicali: 13,6%, con una flessione di 1,6 punti. I socialisti si piazzano al secondo posto nella graduatoria elettorale: 16,5%, con un aumento di 0,4 punti.

Le ricadute dello scandalo di appaltopoli, che getta più di un’ombra su alcuni funzionari del Dipartimento delle costruzioni grigionese, al tempo in cui era diretto da Stefan Engler, non ha scalfito l’immagine dell’uscente democratico cristiano al Consiglio degli Stati che - a pochi comuni dal termine dello spoglio - veleggia al primo posto dei candidati retici alla Camera dei cantoni. Engler , così come il liberale Martin Schmid, supera comodamente l’asticella della maggioranza assoluta. Un secondo turno non sarà così necessario.

Nei Grigioni, dopo lo spoglio dei voti in 82 comuni , Magdalena Martullo Blocher è sempre in testa con 15’160 voti nella corsa al Consiglio nazionale. La democentrista precede Martin Candinas (PPDC) con 14’214 suffragi, Heinz Brand (UDC) con 11’262, il socialista Jon Pult con 10’248 e Duri Campell (PBD) con 7’775.

I popolari democratici urani approfittano dei guai in casa liberale e conquistano un seggio al Consiglio nazionale con Simon Stadler. Il 31 enne “astro nascente” della Svizzera primitiva, membro del Gran consiglio, è figlio d’arte nel senso più letterale del termine: suo padre fu consigliere agli Stati e Landamano

UDC grigionese con un seggio in meno al Nazionale, PBD fuori dall’assemblea. È ciò che preconizza una prima proiezione sull’esito delle elezioni nel cantone. Avrebbero così un seggio ciascuno PS, PPDC, PLD e Verdi liberali. Queste due ultime formazioni politiche farebbero così il loro rientro alla Camera del popolo.

Con l’elezione della presidente dei democratici di centro cantonali Monika Rüegger , il cantone di Obvaldo (1 seggio alla Camera del popolo), invia la prima donna alle Camere federali.

Con la riconferma alla Camera del popolo del presidente del PBD nazionale Martin Landolt, il partito che nacque intorno alla consigliera federale Eveline Widmer Schlumpf vive un momento di tregua. A sfidarlo però c’era solo una insegnante del PS ritenuta priva di chance.

I dati sulla partecipazione al voto nel cantone mostrano un calo generale. Spiccano Bellinzona, con un -13,2% rispetto alle elezioni del 2015, e Arbedo-Castione con -15,5%. Ma la flessione si conferma anche in altri comuni, come Massagno (-5%), Mendrisio (-4%), Lugano (-2,7%), Ascona (-4,4%) e Caslano (-3%). In controtendenza Collina d’Oro dove si è votato per l’aggregazione (+2,1%) e Chiasso (+0,5%).

Nel canton Glarona il democentrista Werner Hösli ha mancato l’obiettivo della rielezione agli Stati, e a trarne vantaggio sono i Verdi. Al suo posto è stato infatti eletto l’esponente ecologista Mathias Zopfi. In testa alle preferenze è andato però il PLR Thomas Hefti, che si aggiudica così l’altro seggio glaronese alla Camera dei cantoni.

Se e quando gli ecologisti vorranno trasformare in un seggio in Governo i risultati dell’onda verde, il seggio alla Camera dei cantoni che i verdi glaronesi hanno strappato all’UDC varrà oro. Senza una presenza marcata anche nella cosiddetta “chambre de réflexion”, nessun partito può veramente accedere alla camera dei bottoni.

Socialisti, PLR e MCG perderebbero un seggio alla Camera del popolo, mentre i Verdi ne guadagnerebbero due e i Verdi liberali e la sinistra più radicale uno ciascuno. È la tendenza che si prefigura stando alle prime proiezioni nel canton Ginevra, basate sul 77% dei voti anticipati. La deputazione ginevrina sarebbe così costituita da 3 Verdi, 2 PLR, 2 PS, 2 UDC, 1 PPD, 1 Verde liberale e 1 Ensemble à gauche-Solidarité. Va ricordato che rispetto alla passata legislatura Ginevra avrà un seggio in più al Nazionale per ragioni demografiche, passando da 11 a 12.

Le proiezioni SSR evidenziano che nei Grigioni l’UDC perderebbe uno dei suoi due seggi al Nazionale e il PBD il suo unico mandato. Grazie alle congiunzioni delle liste ad approfittarne sarebbero il PLD e i Verdi liberali.

La corsa al Consiglio federale (persa contro Viola Amherd) ha messo le ali alla consigliera di Stato urana Heidi Z’graggen che al suo terzo tentativo è riuscita a farsi eleggere al Consiglio degli Stati. Bene per il PPD che conserva un seggio storico alla Camera dei cantoni e bene per le donne che agli Stati, in occasione di questa tornata elettorale, lamentavano la partenza di ben cinque delle sei “senatrici” in carica.

Stando alla prima proiezione RSI a imporsi nella corsa ticinese al Nazionale sarebbero Rocco Cattaneo e Alex Farinelli (PLR), Lorenzo Quadri e Roberta Pantani (Lega), Marina Carobbio Guscetti per il PS e Marco Chiesa per l’UDC. A perdere un seggio sarebbe invece il PPD e, in questo senso, resta aperta la partita fra gli uscenti Fabio Regazzi e Marco Romano. A beneficiarne sarebbe la lista Verdi-Sinistra alternativa con un confronto per ora aperto fra Greta Gysin e Franco Cavalli.

La campagna frontale e personale, che il candidato democentrista zurighese agli Stati Roger Köppel ha condotto contro il socialista uscente Daniel Jositsch, ha favorito quest’ultimo, invece di avvantaggiare lo sfidante. Jositsch accetterebbe troppi seggi nei consigli d’amministrazione e sarebbe interessato più ai gettoni corrisposti da questi ultimi che agli interessi del canton Zurigo, ha ripetuto Köppel ogni volta che ne ha avuto la possibilità. Ma l’elettorato del canton Zurigo non lo ha seguito più di quel tanto, visto che anche il distacco tra Köppel (al terzo posto nelle ultime proiezioni) e il secondo classificato Ruedi Noser (PLR) è di quasi 40’000 voti.

“C’è molta delusione ma confidiamo ancora nei grandi centri”. È questo il primo commento a caldo di Marco Passalia, vicepresidente del PPD ticinese, di fronte ai risultati della prima proiezione RSI, che vede un arretramento del partito. Soddisfazione, invece per i Verdi: “Se i dati verranno confermati, possiamo parlare di risultato storico”, afferma Matteo Buzzi, presidente del comitato cantonale dei Verdi del Ticino.

Tanto pronosticata dai sondaggi, quanto concreta alla prova delle urne. L’onda verde, preconizzata a più riprese durante la campagna elettorale, si sta confermando come il dato saliente di queste Elezioni federali. Gli ecologisti, in particolare, avanzano in diversi cantoni e brillano nella corsa al Nazionale conquistando 2 seggi in più a Ginevra, uno a San Gallo e un altro a Friborgo. In Ticino, potrebbe andare proprio alla lista Verdi/Sinistra alternativa quel seggio che, stando alle proiezioni, dovrebbe perdere il PPD. Nella deputazione zurighese al Nazionale, i Verdi dovrebbero inoltre passare, secondo un’altra proiezione, da 2 a 4 seggi. Nella corsa agli Stati, gli ecologisti sono anche riusciti a sottrarre un seggio all’UDC nel canton Glarona. Procedono molto bene anche i Verdi liberali, che avanzano a San Gallo, a Ginevra, nei Grigioni e a Zurigo, dove potrebbero diventare il terzo partito a livello cantonale e ottenere un raddoppio (da 3 a 6) dei loro mandati alla Camera del popolo.

La prima proiezione per il Nazionale.

Un testa a testa tra Fabio Regazzi e Roberta Pantani. È il nuovo dato eclatante che emerge dalla seconda proiezione relativa al canton Ticino per il Consiglio nazionale. Allo stato attuale risulterebbero invece eletti Alex Farinelli, Rocco Cattaneo, Lorenzo Quadri, Marina Carobbio, Marco Chiesa e Greta Gysin.

Con l’arrivo dei risultati parziali relativi allo spoglio di metà dei comuni vallesani, l’ondata ecologista partita dai centri urbani raggiunge e supera anche la cresta alpina. Concretamente: sia in Ticino, come nel Vallese e nei Grigioni, l’area ambientalista (Verdi /Verdi liberali verdi) conquista e/o riconquista un seggio al Nazionale.

L’avanzata dei Verdi anche in Ticino, come in molti altri Cantoni della Svizzera, rappresenta una sorpresa per il Consigliere agli Stati Filippo Lombardi. Secondo il capogruppo PPD alle Camere federali, si tratta di un fenomeno che va “riconosciuto”. Per quanto riguarda le ambizioni di Verdi e Verdi liberali di accedere al Consiglio federale, secondo Lombardi si tratta però di un “calcolo azzardato”

La prima proiezione SSR sul dato complessivo concernente il Consiglio nazionale, con un margine d’errore del +/- 2%, mostra una secca perdita per l’UDC, che passerebbe dal 29,4% del 2015 al 26,3%: una diminuzione di oltre 3 punti percentuali. Calano anche il PS (16,5% -2,4) e il PLR (15,2 % - 1,2). Tiene il PPD con il 12% delle preferenze (+ 0,4%). L’onda verde si traduce, di converso, in una netta avanzata degli ecologisti (12,7% + 5,6) e dei Verdi liberali (7,6% + 2,9). Il tasso di partecipazione al voto è stimato al 47,3%, contro il 48,5% di quattro anni fa.

A Zurigo la prima proiezione effettuata dal cantone sulla base dei risultati di 101 circoscrizioni elettorali presenta alcune indicazioni sorprendenti. A partire dal mancato rientro al Consiglio nazionale dell’ex ideologo dell’UDC Christoph Mörgeli. Clamorosa poi, sempre in base alla prima proiezione cantonale, è la mancata rielezione del presidente dell’Usam Hans-Ulrich Bigler, noto sostenitore PLR dell’iniziativa No Billag, e del socialista Fabian Molina , celebrato ospite dei talk-show televisivi. Una porta chiusa a Palazzo federale la troverebbe infine anche il penalista Valentin Landmann,, noto difensore dei “casi impossibili”.

I punti andranno contati a bocce ferme, ma è già certo che il Consiglio degli Stati della legislatura 2019-2023 conterà qualche donna al posto di colleghi uomini. Lo testimoniano i risultati definitivi e parziali provenienti da Uri e da parte della Romandia. Gli elettori del cantone della Svizzera centrale hanno inviato a Berna a sostituire Isidor Baumann (PPD) la collega di partito Heidi Z’graggen, data come ampiamente favorita alla vigilia del voto. La direttrice del Dipartimento cantonale della giustizia, nell’ Esecutivo urano da 15 anni è la prima donna a rappresentare Uri alla Camera dei Cantoni,

Se dal profilo partitico la deputazione neocastellana, eletta secondo il sistema proporzionale, rimarrà probabilmente immutata, cambiamenti sono innegabili. Da un lato il seggio del PS, finora occupato da Didier Berberat, sarà certamente occupato da una donna: le due candidate socialiste Martine Docourt Ducommun e Silvia Locatelli si stanno dando battaglia all’ultima scheda, secondo dati parziali.

Infine nel canton Vaud. Le due candidate rosso-verdi sono in testa: dopo lo spoglio del 51% delle schede, le attuali consigliere nazionali Adèle Thorens (Verdi) e Ada Marra (PS) sono fianco a fianco e distanziano l’uscente Olivier Français.

È lotta serrata tra PPD e Lega nella corsa al Consiglio nazionale: secondo la proiezione delle 16.00 è infatti il PPD a perdere un seggio, mentre secondo la previsione precedente sarebbe stata la Lega a perdere un deputato.

Allo stato attuale risulterebbero eletti Alex Farinelli, Rocco Cattaneo, Lorenzo Quadri, Fabio Regazzi, Marina Carobbio, Marco Chiesa e Greta Gysin. Testa a testa tra Marco Romano e Roberta Pantani per l’ottavo seggio.

Il maltempo di questi ultimi giorni non ha reso più appetibile l’andata alle urne. In base alle indicazioni della prima proiezione nazionale della SSR infatti la partecipazione al voto - sul piano nazionale - si fermerebbe intorno al 47,3%. Meno del “rimbalzo” al 48,5% di quattro anni fa, quando l’interesse per il rinnovo delle Camere federali aveva fatto registrare un + 6,3% rispetto al 1995, anno in cui la partecipazione al voto segnò il 42,2%.

Quello mostrato dalle ultime proiezioni relative al Ticino “è un risultato che mostra che la scelta strategica fatta, quella di correre uniti, è stata vincente. Insieme si vince, da soli si perde”. Lo afferma la candidata verde Greta Gysin, commentando la proiezione che la vede eletta in Consiglio nazionale. “I cittadini hanno capito che se qualcuno diventa verde a pochi mesi dalle elezioni, non è credibile. Noi verdi lo siamo da sempre e questo è stato riconosciuto e premiato”.

È ora disponibile una prima proiezione relativa alla corsa per il Nazionale nel canton Berna. L’avanzata degli ambientalisti si sostanzia anche in questo cantone, con il 13,7% dei voti agli ecologisti (+ 5,2 punti percentuali) e il 10% ai Verdi liberali (+ 4 punti). Perdono invece colpi l’UDC, che col 30,2% deve ora fare i conti con quasi 3 punti percentuali in meno, e in misura maggiore il PS: 16% dei suffragi e ben 3,7 punti percentuali in meno. In evidenza anche la netta flessione del PBD: 8% dei voti (- 3,8 punti).

La Lega perderebbe un seggio al Nazionale. Con il 16,8% dei consensi il movimento di via Monte Boglia è infatti solo terzo nella più recente proiezione sulla forza dei partiti ticinesi nella Camera bassa. A conquistare la sua poltrona sarebbe la lista Verdi e Sinistra alternativa. Immutata la rimanente ripartizione partitica con due deputati sia per PLR che il PPD, uno per l’UDC e uno per il PS.

Clamoroso a Coira: dalla deputazione grigionese alle camere federali scompare il partito che fu di Evelyne Widmer-Schlumpf (PBD) e raddoppia la deputazione socialista. Anche il Grigioni italiano con la bregagliotta Anna Giacometti rimane nella camera del popolo. Scompare invece dalla deputazione retica il presidente dell’UDC cantonale Heinz Brand. Riassumendo sono eletti: Magdalena Martullo Blocher (UDC), Martin Candinas (PPD) Jon Pult (PS), Sandra Locher Benguerel (PS) e Anna Giacometti (PLD), che rappresenteranno il canton Grigioni al Consiglio nazionale nel corso della prossima legislatura. In consiglio degli Stati siederanno invece il popolare democratico Stefan Engler e il Liberale democratico Martin Schmid..

Il socialista uscente Daniel Jositsch è l’unico candidato eletto al primo turno nella corsa al Consiglio degli Stati per il canton Zurigo. L’uscente liberale Ruedi Noser, nonostante aver realizzato il secondo miglior risultato, non è riuscito a essere rieletto al primo turno. Alle sue spalle, con un certo distacco, si è piazzato l’UDC Roger Köppel.

La leghista Roberta Pantani sarebbe fuori dal Consiglio nazionale. Il dato emerge dalla proiezione RSI delle 17.00. Il seggio andrebbe a Greta Gysin della lista Verdi e Sinistra alternativa. Con la deputata ecologista andrebbero a Berna Alex Farinelli, Rocco Cattaneo, Lorenzo Quadri, Fabio Regazzi, Marco Romano, Marina Carobbio e Marco Chiesa.

Nel canton Neuchâtel i Verdi si impongono nella corsa agli Stati a spese dei socialisti. Céline Vara, vicepresidente del partito svizzero, è infatti stata eletta con più di 10’000 preferenze alla Camera dei cantoni insieme al liberale-radicale Philippe Bauer (oltre 11’000 voti), già consigliere nazionale. Fallita quindi la strategia del PS,che aveva presentato le candidature antagoniste di Silvia Locatelli e Martine Docourt Ducommun. L’ecologista ha prevalso su entrambe con scarti a suo favore compresi fra i 1’400 e i 1’800 voti.

Sempre a Neuchâtel spicca la sconfitta subita da Yvan Perrin. Il democentrista, già consigliere nazionale dal 2003 al 2013 e ministro cantonale (lasciò l’incarico nel 2014 per ragioni di salute) non è infatti riuscito a farsi rieleggere alla Camera del popolo e ha già annunciato di voler lasciare la politica. Entrano invece in Consiglio nazionale Fabien Fivaz (Verdi), Denis de la Reussille (Partito del lavoro) Damien Cottier (PLR) e Baptiste Hurni (PS).

L’avanzata dei partiti ecologisti al Consiglio nazionale prende sempre più ampiezza: dopo lo spoglio dei voti in 23 cantoni Verdi e Verdi liberali conquistano rispettivamente 15 e 7 seggi in più rispetto alle elezioni di quattro anni fa. Una crescita che va a scapito dei principali partiti, con l’UDC che perde 8 seggi, il PS 6, il PLR e il PBD 4 e il PPD 2.

Altro che stabilità. Nei Grigioni e in barba alla maggior parte delle previsioni, la consigliera nazionale uscente Magdalena Martullo Blocher non restituisce il favore fattole quattro anni fa dal compagno di partito Heinz Brand e non lo “trascina” a Berna. Risultato: il presidente dell’UDC Heinz Brand, che poteva accedere alla presidenza del Nazionale fra due anni è estromesso clamorosamente dalla Camera del popolo. Mentre il PS, che l’ultimo sondaggio SO/RTR dava in perdita, conquista due seggi e diventa il primo partito retico alla Camera del popolo. E come se non bastasse i liberali, riconquistando il seggio perso otto anni fa, tornano al Nazionale con una donna,. la “madre coraggio” di Bondo Anna Giacometti. Risultato: le valli italofone rimangono rappresentate a Berna e tre dei cinque deputati grigionesi al Nazionale sono donne. Scusate se è poco. Unico pronostico rispettato: il tonfo del partito che fu di Eveline Widmer Schlumpf (il PBD), compie un altro e forse definitivo passo verso la fine della sua storia. Uno sviluppo che con l’addio al Parlamento del contadino engadinese Duri Campell, riconsegna all’UDC retica quel ruolo che interpretava prima dell’estromissione di Christoph Blocher dal Consiglio federale.

Filippo Lombardi superstar dell’elezione al Consiglio degli Stati. Con più di 34’000 voti raccolti il senatore PPD è infatti il candidato più votato. Al secondo posto, distanziato di poche centinaia di voti, si classifica il democentrista Marco Chiesa. Terzo arriva invece l’ex consigliere nazionale Giovanni Merlini che supera di pochissimi voti la socialista Marina Carobbio. Con più di 22’000 voti chiudono la classifica Greta Gysin e Battista Ghiggia. Nessun candidato ha raggiunto la maggioranza assoluta (52882 voti). Di conseguenza, sarà necessario procedere a un’elezione di ballottaggio. Avrà luogo domenica 17 novembre.

La crescita dei partiti ecologisti al Consiglio nazionale si conferma anche nel canton San Gallo, con Verdi e Verdi liberali che hanno conquistato il loro primo seggio, a scapito di UDC, che passa a 4, e del PPD, che scende a due deputati. Stabili a due seggi PLR e PS.

Se un occhio dell’UDC sangallese piange per la perdita di uno dei suoi cinque seggi al Nazionale, un altro occhio del medesimo schieramento politico - oggi - ride. E’ quello dell’ex presidente dei democentristi svizzeri ed ex consigliere nazionale sangallese Toni Brunner che oggi festeggia l’elezione in Parlamento della sua compagna Esther Friedli. Già candidata al Governo cantonale e attuale segretaria del partito, la politologa di Ebnat-Kappel si è classificata solo al quarto posto dei candidati UDC, ma la sua personalità e le sue competenze professionali le garantiranno una rapida ascesa nel gruppo democentrista alle Camere federali.

Giornata nera oggi per due grandi organizzazioni mantello sul piano nazionale. In primo luogo per l’Unione svizzera delle arti e dei mesteri USAM, che vede estromessi dal Consiglio nazionale il suo presidente (il democentrista friburghese Jean-François Rime) e molto probabilmente anche il suo direttore (il liberale zurighese Hans-Ulrich Bigler), ma anche per Santésuisse che dalla stessa Camera del popolo vede escluso il suo presidente (il democentrista Heinz Brand). Solo il futuro ci dirà se i tre rimarranno ai loro posti.

Tra i non eletti di questa tornata elettorale non si possono certamente non notare le figure della zurighese Kathy Riklin, un tempo deputata del PPD e quelle dei due ex democentristi argoviesi Maximilian Reimann e Luzi Stamm. L’elettorato dei due cantoni non ha gustato il fatto che volessero ripresentarsi su liste alternative a quelle dei partiti che li hanno sostenuti per anni. Risultato. Il consiglio nazionale dovrà fare a meno di loro.

Più volte, nel corso degli ultimi mesi, i due noti esponenti del PS bernese si sono scontrati sulla necessità per il nostro Paese di firmare o meno, l’accordo quadro con l’Unione Europea. Corrado Pardini contro una firma che pregiudichi la protezione del livello dei salari svizzeri, Tamara Funiciello a favore di un’UE che non fa paura ai Giso. Oggi Pardini è stato estromesso dal Consiglio nazionale, mentre per Funiciello si aprono le porte della Camera del popolo. Pardini è membro della direzione del sindacato Unia, per il quale cura i rapporti con l’industria; Funiciello, già presidente dei giovani socialisti svizzeri (Giso), è stata eletta in Gran Consiglio nell’estate del 2018..