Il dibattito di oggi ha preso spunto da un articolo del “Post”, pubblicato lo scorso 26 maggio. Le reazioni sul web sono contrastanti: tra il sito della testata e i social network i commenti sono quasi 700. Il titolo è “Israele è ancora una democrazia?”. Sottotitolo: “La risposta breve è: insomma. Quella lunga dipende da cosa – anzi, da dove – si sceglie di guardare.”
Partendo dalle origini dello Stato di Israele, l’autore mette in luce le principali controversie legate alla leadership di Netanyahu. Da decenni si parla di Israele come dell’unica democrazia del Medio Oriente e, secondo le classifiche internazionali, Israele risulta un paese tendenzialmente libero. Questo, però, vale solo per i territori internazionalmente riconosciuti di Israele, non per quelli occupati militarmente. Dove si pone dunque la linea? Si può continuare a parlare di Israele come di una democrazia oppure ci facciamo andare bene la risposta “insomma”?
Ne abbiamo parlato oggi ad Alphaville con Eugenio Cau, giornalista degli esteri del “Post”, conduttore del podcast di esteri “Globo” e autore dell’articolo, e con Anna Momigliano, scrittrice e giornalista che ha vissuto e studiato in Israele e negli Stati Uniti, collaboratrice di numerosi giornali. La sua ultima pubblicazione, Fondato sulla sabbia. Un viaggio nel futuro di Israele, è un saggio edito da Garzanti nell’aprile di quest’anno.
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