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Il giardino di Albert

Il cervello razzista (1./2)

di Fabio Meliciani

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  • 25.3.2023
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  • Scienze umane e sociali
  • Scienza

Parte 1: La prospettiva delle neuroscienze

Come nasce il razzismo nel cervello? Stereotipi, categorizzazioni, linguaggio d’odio, razze, genetica, l’incontro con il diverso, le discriminazioni non solo razziali sono alcuni dei temi affrontati durante il simposio “Noi vs loro: il cervello razzista”, organizzato da Braincircle Lugano insieme alla Facoltà di Cultura, comunicazione società dell’USI in occasione della Settimana contro il razzismo con il sostegno del Programma d’integrazione cantonale (PIC).

Il simposio ha visto la partecipazione di studiosi di grande prestigio che hanno affrontato il tema complesso del razzismo con un approccio interdisciplinare, a partire dall’ottica delle neuroscienze e del linguaggio. Da queste due prospettive, con i ricercatori ospiti del simposio, affronteremo anche nel nostro Giardino il problema del razzismo, per capirlo, ma soprattutto per affrontarlo. In questa prima parte ci chiederemo quali sono le basi neuroscientifiche di questo odioso fenomeno. Ad accompagnarci sarà Salvatore Maria Aglioti, professore di Neuroscienze sociali alla Sapienza, Università di Roma, direttore del laboratorio di Neuroscienze cognitive e sociali della stessa università e di quello di Neuropsicologia della Fondazione Santa Lucia di Roma, nonché ricercatore presso l’Istituto Italiano di Tecnologia.

In questi ultimi decenni, scoperte come quella dei neuroni specchi, l’evoluzione delle tecniche di indagine neuroscientifica e studi come quelli del prof. Aglioti hanno permesso di comprendere sempre meglio i processi neurofisiologici che stanno alla base, per esempio, delle categorizzazioni, di quando, cioè, separiamo il “noi” dal “loro” e di come questi processi influenzano il comportamento individuale e sociale.

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