"Canto legittimo" di Chiara Petrelli, volontè a Co. (dettaglio di copertina)
La Recensione

“Canto legittimo”

La voce tra opera, pop e rock

  • Oggi
  • 15 min
  • Paolo Prato
  • volonte-co.com
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Il canto legittimo (legitimate singing o semplicemente legit) è quello che in Inghilterra chiamano il canto classico o lirico se preferite. Ed è alla base dell’apprendimento di chi vuole intraprendere la carriera di cantante, in un paese dove le differenze fra “alto” e “basso”, fra opera e pop, non sono così nette né importanti anche grazie alla popolarità raggiunta dai nuovi musical, che negli ultimi decenni hanno favorito l’integrazione di sonorità classiche e rock. Canto Legittimo. Il cantante di Crossover dall’Operatic Pop al Symphonic Metal (Volontè) è il primo libro che affronta sistematicamente storie e fenomenologia di questo stile di canto, il quale altro non è che l’evoluzione del bel canto adattato alle tecnologie e ai gusti contemporanei, il cui risultato più eclatante è di aver promosso la creazione di due generi ibridi: il pop operistico e il metal sinfonico. L’autrice è Chiara Petrelli, soprano lirico e insegnante di canto con alle spalle esperienze che spaziano dalla musica colta al rock. Il volume si offre anzitutto come un manuale per imparare una tecnica antica che ha dovuto aggiornarsi. Perciò, dopo un’ampia introduzione storica e terminologica, il suo cuore sono i numerosi consigli ed esercizi su pentagramma che consentono all’allievo di allenarsi in proprio. Un utile glossario infine spazia dalla musicologia alla fisiologia e illustra con chiarezza termini in uso agli addetti ai lavori, come appoggio respiratorio, belting, canto declamato, canto amplificato e non, consonanza di petto e di testa, oltre a descrivere le varie sezioni della cartilagine e spiegarci a cosa servono i muscoli che interessano l’apparato fonatorio. Pur evitando di confrontarsi con le molte diatribe estetiche e musicologiche che hanno diviso la critica da quando questi generi crossover sono apparsi sul mercato, Petrelli guarda con ottimismo al fenomeno, “specchio dei tempi” direi, quando nelle conclusioni afferma che questi stili funzionano da filtro, ovvero consentono di rendere più alla portata di orecchie moderne cose che al primo ascolto potrebbero non essere di immediata comprensione. Dunque, ben vengano le contaminazioni se aiutano ad allargare gli orizzonti. 

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