Un'immagine del Palio di Siena del 2014
Laser

I pittori del Palio di Siena

di Valerio Maggio

  • KEYSTONE/Fabio Di Pietro
  • 16.8.2019
  • 23 min
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  • Arte e spettacoli
  • Scienze umane e sociali

Le prime testimonianze di una corsa di cavalli all’interno della città di Siena risalgono al XIII secolo. Si correva in onore della Madonna Assunta e il percorso partiva da fuori le mura cittadine per arrivare sino al Duomo. Dal XIII secolo a Siena il premio per il vincitore della corsa era un pallium, il Palio, una stoffa preziosa. Col passare degli anni il Palio di Siena ha preso e consolidato gli elementi che lo caratterizzano ancora oggi e che sono visibili nelle due carriere – la corsa – del 2 luglio e del 16 agosto.

A distanza di 800 anni, il premio, il Palio, ha iniziato a essere dipinto. Sul finire del ‘900 la città ha deciso di affidare ad un artista senese la pittura del Palio per la carriera del 2 luglio, e a un artista nazionale o internazionale quella del 16 agosto. Nella Piazza del Campo sono scesi drappelloni realizzati da Guttuso, Botero, Mitoraj.

Dipingere il Palio, specialmente per un artista senese, ha un valore e un peso che vanno oltre la realizzazione di una semplice opera d’arte. Entrano in gioco simbologia, sorte, fede, il peso di dipingere qualcosa che rimarrà per sempre scolpito nella storia della propria città.

Con “I pittori del Palio” cerchiamo di capire cosa significhi per un artista approcciarsi ad un’opera così complessa e unica nel suo genere. Tommaso Andreini, Carlo Pizzichini e Massimo Stecchi sono tre artisti che in anni diversi sono stati chiamati a realizzare il drappellone. Le loro testimonianze ci guidano all’interno di un’esperienza unica cercando di capire cos’è in fin dei conti il Palio.

Le musiche in questo servizio sono state composte da Lee Rosevere, David Hilowitz e Kyle Preston.

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