Alla Komische Oper di Berlino ha debuttato il 27 aprile e rimane in scena fino al 23 maggio Don Giovanni – Requiem, la produzione con cui il regista russo trapiantato in Germania Kirill Serebrennikov completa la trilogia delle opere di Mozart e Da Ponte. Irriverente e inventivo, Serebrennikov rinnova anche nel senso di ‘rivedere radicalmente’: le sue Nozze di Figaro in stile thriller avevano fatto molto discutere e ora mette in scena un libertino bisex seguendolo fino all’inferno. Con quali esiti, ce lo racconta Mattia Palma che è andato a vederla a Berlino per noi. Da Dresda ci arriva questa settimana la cartolina di Nicola Cattò e torniamo poi virtualmente a Berlino per ragionare attorno alla figura di Walter Felsenstein, fondatore nel 1947 della Komische Oper, in quella che era allora Berlino Est, e la diresse fino alla morte nel 1975, in anni in cui la concezione della messinscena operistica cambiava radicalmente. La cura per i dettagli e per ogni persona e ogni personaggio sulla scena, la centralità della musica nella sua concezione registica, la ricerca costante della connessione col pubblico che caratterizzarono il lavoro di Felsenstein costituiscono un lascito essenziale per chi il teatro d’opera lo mette in scena o lo dirige oggi, ritiene il regista Damiano Michieletto che ne ha curato una raccolta di scritti, la prima in lingua italiana, pubblicata per il Saggiatore, di cui oggi ci parla nella seconda parte della puntata.
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