Il tema centrale del “Così fan tutte” mozartiano non è semplicemente la fedeltà quanto la scoperta di sé attraverso inganni, travestimenti e il confronto con le tentazioni, in un gioco psicologico e sociale che ricorda i format televisivi contemporanei. Così la intende e la propone il regista Robert Carsen in una nuova produzione in scena dal 5 al 26 novembre al Teatro alla Scala, con la direzione di Alexander Soddy e una raffinata compagnia di canto, con Elsa Dreisig (Fiordiligi), Nina van Essen (Dorabella), Sandrine Piau (Despina), Luca Micheletti (Guglielmo), Giovanni Sala (Ferrando) e Gerald Finley (Don Alfonso). Dopo quella garbata e un po’ malinconica di Mozart, nella seconda parte della puntata l’ironia diventa feroce, dal “Sacre du printemps” di Stravinskij ribattezzato “Massacre du printemps” alla “Lady Macbeth nel distretto di Mcensk” di Šostakovič che sarà sì, opera da camera, ma «camera da letto». Sono solo alcuni dei tanti giudizi che si leggono in una spassosa e arguta antologia compilata dal musicologo e musicista di origini russe ma dagli anni Venti del secolo scorso attivo sulla scena musicale statunitense, Nicolas Slonimsky. Si ride leggendo le sue Invettive musicali, ma al tempo stesso si è esposti a una singolare storia del gusto musicale conservatore, come ci racconta Carlo Boccadoro, curatore dell’edizione italiana per i tipi di Adelphi.
"Invettive musicali" di Nicolas Slonimsky, Adelphi Edizioni (dettaglio di copertina)
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