Riccardo Muti ha ottant’anni. Pare incredibile a dirsi, lui, il brio e la giovinezza perenne alla direzione d’orchestra, ha raggiunto il traguardo che lo farebbe sembrare un maestro anziano, se poi non lo si vedesse ancora dirigere immutato come 20 o 30 anni fa.
Per festeggiarlo le iniziative si moltiplicano in questi mesi e, tra le tante, la Warner, ha pubblicato un box di 91 cd con tutte le registrazioni non operistiche effettuate per la Emi. Ottant’anni, eppure sembra ieri che questo giovane tempestoso e talentuoso, che aveva studiato con Vincenzo Vitale pianoforte a Napoli e che forse avrebbe potuto percorrere una fruttuosa carriera di solista, saliva a Milano per studiare direzione d’orchestra con Antonino Votto nel culto, mai diminuito in quella città, del grande Arturo Toscanini, e che brillantemente poi vinceva il concorso intitolato al più grande degli allievi del “maestrissimo”, Guido Cantelli.
In occasione del felice traguardo Muti ha dichiarato: «La mia vita è un Andante con moto. Mai un Adagio, perché ho avuto ruoli di responsabilità fin da giovane».
Giuseppe Clericetti e Giovanni Conti ripercorreranno la portata della carriera di questo straordinario musicista in compagnia della musicologa Gaia Varon e del critico musicale Andrea Ottonello.
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