In un momento in cui un po’ ovunque la richiesta di apprendimento della musica jazz è assai viva e i corsi dedicati al jazz nei Conservatori e nelle scuole di musica conoscono un notevole incremento di allievi e di richieste di ammissione, è probabilmente opportuna una riflessione sull’insegnamento di tale musica come concezione improvvisativa e come pratica strumentale. Esistono diverse scuole e diversi approcci, a seconda del paese, della concezione culturale da cui si parte e, ovviamente, del background dei docenti, spessissimo musicisti di alto livello.
L’improvvisazione jazz si può insegnare? Jazzisti si nasce o si diventa? Ha più importanza il percorso didattico o l’attitudine del musicista nel processo di apprendimento di un genere musicale così particolare per genesi e sviluppo? Lorenzo De Finti e Giovanni Conti ne parlano con Claudio Angeleri, pianista con una formazione sviluppata a livello internazionale nonché direttore e docente al CDpM di Bergamo, e Luca Vitali, giornalista e saggista, autore del fortunato volume sul jazz norvegese “Il suono del Nord”.
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