In questi giorni abbiamo tutti sotto gli occhi immagini inquietanti che provengono dall’Afghanistan. Bande armate che solcano le strade selle città, donne e bambini in fuga alla ricerca di un modo per raggiungere paesi dove possano trovare una vita fatta di libertà e rispetto. La presa dell’ultimo baluardo, la capitale Kabul, da parte dei Talebani, ha gettato il paese nel caos e nel terrore di essere ricatapultati in un medioevo di barbarie dove a dettar legge potrebbe essere la sharia più radicale. Ed è di pochi giorni fa la notizia che la musica sarà nuovamente proibita nel paese perché considerata immorale. Nel 1996 i talebani diedero fuoco agli strumenti musicali. Ancora nel 2001, quando vennero cacciati, c’era chi non accettava la musica. Negin Khpalwak, la prima donna a essere diventata direttrice d’orchestra in Afghanistan, ora ha lasciato il suo paese. Sono le donne le prime vittime del ritorno dei talebani e quelle che fanno musica sono più a rischio delle altre.
Al microfono di Barbara Tartari e Giovanni Conti saranno Silvia Redigolo, attivista di Pangea Onlus, l’associazione che dal 2003 aiuta le donne in Afghanistan e ha una sede nella Capitale Kabul gestita da una ventina di afghane, oggi in pericolo di vita. E per parlare del significato della musica nella cultura islamica, ci sarà Giordano Montecchi, musicologo e critico musicale, che ha approfondito l’argomento sul testate giornalistiche e in numerosi corsi universitari.
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703515