Statua di Giacomo Puccini
Voi che sapete...

Non avendo libretto che cosa faccio della musica?

di Davide Fersini e Giovanni Conti

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  • 6.5.2021
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  • Musica

La musica? cosa inutile. Non avendo libretto come faccio della musica? Ho quel gran difetto di scriverla solamente quando i miei carnefici burattini si muovono sulla scena. Potessi essere un sinfonico puro (?). Ingannerei il mio tempo e il mio pubblico. Ma io? Nacqui tanti anni fa, tanti, troppi, quasi un secolo... e il Dio santo mi toccò col dito mignolo e mi disse: "Scrivi per il teatro: bada bene, solo per il teatro" e ho seguito il supremo consiglio.

Sono le parole di Giacomo Puccini che hanno dato spunto a un convegno internazionale organizzato dall’Università di Ginevra che per tre giorni sviscererà la problematica coinvolgendo studiosi di diversa estrazione. Che Puccini sia stato un grande uomo di teatro non è un mistero per nessuno: meno chiaro è il rapporto di reciproca funzionalità tra l'azione e la musica, tra il libretto e la musica. Nella lunga storia del melodramma, le parole e la musica hanno conquistato, lungo l'arco dell'Ottocento, un massimo di penetrazione e di attendibilità reciproca: Manrico e Azucena, Alfredo e Violetta, nella finzione operistica pronunciano batture "vere", non meno di quanto siano "veri" i personaggi di un romanzo. Le due funzioni, il libretto e la musica, collaborano a una totalità e, nella loro congiura, appartengono al medesimo segno. Succede lo stesso nelle opere di Puccini? E qual era il suo rapporto con i registi?

Per capire meglio l’entità e la portata dell’affermazione pucciniana e il riscontro nella concretezza ospite di Davide Fersini e Giovanni Conti saranno il registra teatrale Stefano Vizioli e la musicologa Gaja Varon.

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