Da circa trent’anni, con l’avvento dei computer, i compositori hano progressivamente abbandonato carta pentagrammata e matita per affidare le proprie partiture alle macchine. Indubbi i vantaggi: la possibilità di correggere e ristampare, di avere una notazione sempre intelleggibile, di potere riascoltare con gli strumenti virtuali le proprie opere.
Ma non tutti la pensano così: ne parliamo con il chitarrista e arrangiatore Danilo Minotti e il saxofonista e compositore Javier Girotto.
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