Bordelli disciplinati
Primo in Svizzera a legiferare in materia di prostituzione, già nel 2001, il Canton Ticino si ritrova oggi a dover far fronte a un fenomeno difficile da gestire e da regolarizzare. La legge in vigore (una decina di articoli) era stata più che altro un primo segnale politico della volontà del Cantone, intenzionato a mettere ordine e frenare un fenomeno che sembrava allora fuori controllo. Soprattutto in seguito all’Operazione Domino, che ha portato alla chiusura (forzata o spontanea) di oltre una ventina di postriboli illegali, e ai gravi fatti di sangue avvenuti all’inizio del 2000, ci si è resi conto della pericolosità del fenomeno: coercizioni, sfruttamento, violenza, usura, criminalità, tratta di esseri umani. Ora basta, dice il Governo, dopo una lunga procedura di consultazione. Occorre una nuova legge con norme di dettaglio vincolanti e responsabilità chiare per regolamentare l’esercizio della prostituzione. Indicherà dove non sarà possibile creare i cosiddetti locali erotici, mentre spetterà ai comuni delimitare nel Piano Regolatore eventuali zone dove poter aprire locali a luci rosse.Si potrà esercitare soltanto con un’autorizzazione cantonale e il gerente dovrà dimostrare una condotta irreprensibile. La Legge permetterà in ogni momento un’ispezione dei locali da parte della Polizia (senza mandato della Magistratura) per accertare anche l’identità delle prostitute. Le quali dovranno sottoporsi a regolari controlli medici e saranno protette da sfruttamento e violenze. Insomma, sembra d’essere tornati alle case chiuse.
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