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Compromesso elvetico

Residenze secondarie: trovato un accordo tra Weber e PLR-UDC per una corretta applicazione dell’iniziativa

  • 05.03.2015
  • 29 min
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Un compromesso tra posizioni apparentemente inconciliabili, ma foriero di effetti su un altro tema scottante. È quello approvato a larga maggioranza dal Consiglio Nazionale (con 143 favorevoli, 6 contrari e 47 astenuti) sull’applicazione dell’iniziativa “Stop alle residenze secondarie”.

Il compromesso è stato raggiunto, fuori dall’aula parlamentare, tra Vera Weber di Helvetia Nostra e i rappresentanti di PLR-UDC. È riuscito a togliere i molti ostacoli che impedivano l’approvazione della nuova legge sulle abitazioni secondarie, in applicazione dell’articolo costituzionale approvato dal popolo in votazione popolare. Nello spirito della cosiddetta Iniziativa Weber, rimangono fermi i limiti nella costruzione di nuove abitazioni sfruttate a scopi turistici e nella trasformazione in case di vacanza di vecchi alberghi non più redditizi e di edifici storici.

Insoddisfatti del compromesso sono soprattutto PPD e PBD, che hanno tentato inutilmente – in difesa, secondo loro, delle regioni di montagna – di introdurre nella legge eccezioni al divieto di costruire residenze secondarie nei comuni dove il limite del 20 per cento (imposto dall’iniziativa sul totale delle abitazioni) è già stato superato.

Insoddisfatti anche i Verdi, che non sono riusciti a far passare la loro preoccupazione: quella di evitare (permettendo di trasformare, nei villaggi e nei centri turistici, abitazioni primarie in residenze secondarie, per poi ricostruire il proprio alloggio in periferia) il cosiddetto “effetto ciambella”. Ossia: gli abitanti che vanno a vivere in periferia e i centri delle località turistiche che diventano villaggi fantasma.

Oltre ai fautori del compromesso, anche il PS considera positivamente il risultato: “Per come si prospettava la nuova legge, ha detto Roger Nordmann, pensavamo di lanciare un referendum; ma l’accordo tra PLR-UDC e Weber è rispettoso della volontà popolare e dunque l’appoggiamo”.

Con questo accordo politico-strategico (che rispolvera la lunga tradizione elvetica della ricerca del compromesso), l’UDC ha di fatto posto le basi per rivendicare un medesimo trattamento per la loro iniziativa contro l’immigrazione di massa: il rispetto della volontà popolare, senza annacquamenti o derive.

Modem ne parla con: i consiglieri nazionali Silva Semadeni e Heinz Brand, il senatore Filippo Lombardi e il direttore del Gruppo svizzero per le regioni di montagna Thomas Egger.

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