Volgiamo lo sguardo alle proteste in Iran che si susseguono oramai da giorni in diverse località nel Paese, ma anche in numerose città del mondo. Manifestazioni innescate dalla morte (lo scorso 17 settembre) di Mahsa Amini, una studentessa di 22 anni arrestata dalla polizia morale di Teheran perché non indossava correttamente il velo, e deceduta in ospedale dopo 3 giorni di coma.
L’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema della rivoluzione, è intanto uscito dal silenzio accusando Stati Uniti e Israele di fomentare la contestazione e riaffermando il suo sostegno alle forze di sicurezza. Nella repressione, secondo l’ONG norvegese Iran Human Rights, sarebbero già morte oltre 90 persone. La protesta intanto non si ferma, sostenuta anche da personalità dello spettacolo e dello sport. A cosa porterà?

Ne discutiamo con:

• Raffaele Mauriello, islamologo, docente di lingue e di relazioni internazionali all’università Allameh Tabataba'i di Teheran

• Sara Hejazi, cittadina iraniana e italiana, antropologa, ricercatrice e giornalista.

• Nima Baheli, cittadino iraniano residente in Italia, analista geopolitico, cultore della materia presso l'Università La Sapienza (Roma)

E attraverso la testimonianza di:

• Mariam (nome di fantasia), iraniana che vive in Svizzera