IL 2016 è stato un anno record al sud delle alpi: Ben 30'000 persone hanno infatti cercato di entrare in Svizzera dalla frontiera sud, anche a causa della chiusura della rotta balcanica. La maggior parte di loro è stata respinta in Italia, ma alcune migliaia hanno fatto richiesta di asilo. Dal 1996 ad oggi le domande ricevute al centro di registrazione di Chiasso sono state ben 80'000 mentre altri 40'000 casi sono stati smistati verso gli altri centri svizzeri. Ma quali sono stati i momenti più difficili, come sono state gestite le emergenze legate alla guerra in Bosnia prima e in Kossovo poi, quali problemi sono stati provocati dal massiccio arrivo di persone dal Maghreb in seguito allo scoppio della primavera araba? Come sono state affrontate le ultime sfide, legate in particolare alla guerra in Siria e al massiccio afflusso di profughi eritrei? Come integrare poi in Svizzera le persone ammesse a titolo provvisorio o definitivo, in particolare i minorenni non accompagnati? Temi Temi che verranno sviluppati dal direttore del Crp di Chiasso Antonio Simona, che lascerà l’incarico fra un paio di mesi per raggiunti limiti di età. Nel suo racconto l’analisi disincantata dei progetti che hanno avuto un discreto successo, come i programmi occupazionali per richiedenti l’asilo, e i progetti che non hanno funzionato. Sentiremo anche il parere del delegato del Canton Ticino per l’integrazione degli stranieri Attilio Cometta e, in registrato, due personalità di Chiasso: la vicesindaca Roberta Pantani e l’arciprete don Gianfranco Feliciani.
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