Dalla statistica di polizia 2021, emerge che in Svizzera il numero di violenze carnali è nuovamente aumentato, raggiungendo la cifra più alta dell’ultimo decennio. Un aumento che negli ultimi cinque anni è stato costante, ma che ancora non rivela l’entità del fenomeno. Secondo un’indagine svolta da Amnesty international nel 2019, oltre una donna su dieci in svizzera ha avuto un rapporto sessuale contro la sua volontà
Partiamo da qui, a Modem, per cercare di comprendere un po’ di più il fenomeno, per andare oltre i falsi miti sullo stupro, come il fatto che a violentare è lo sconosciuto per strada, di notte… non è così: nell’80% dei casi, la vittima conosce il suo carnefice. Molto spesso l’aggressore è il marito, il compagno, un conoscente.
Discuteremo però anche della revisione del Codice penale attualmente in discussione alle Camere federali. Le norme penali attualmente in vigore prevedono infatti una nozione stretta della violenza carnale (stupro) quale coercizione di una persona "di sesso femminile" a subire l'atto sessuale. La legislazione attuale non tiene pertanto conto a priori delle vittime di sesso maschile né degli atti che non sono atti sessuali in senso stretto. Poiché la norma in materia di stupro presuppone la coercizione, si chiede poi indirettamente alla vittima di difendersi. Eppure molte vittime non reagiscono a causa dello choc. La cosiddetta “paralisi involontaria” o “freezing” è una reazioni fisiologica e psicologica molto frequente in concomitanza con la violenza sessuale
Se vi è un consenso generalizzato sul fatto che il Codice penale va rivisto, non c’è però lo stesso consenso su come. C’è chi difende infatti il concetto di “no è no” e chi invece ritiene sia necessario introdurre il principio del consenso dichiarato: “solo sì è sì”
Ne parleremo con
Stefano Caneppele, criminologo, professore all'Università di Losanna
Lorella Bertani, avvocata specializzata nella difesa delle vittime di violenza
Marina Carobbio Guscetti, consigliera agli Stati PS
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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