Haiti devastato da Matthew è a rischio colera
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Haiti di nuovo in ginocchio

Dopo l’uragano, si teme l’epidemia di colera

  • 10.10.2016
  • 35 min
  • keystone
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Anche se resta alto il rischio di mareggiate, Matthew oggi non fa più paura. Si è indebolito, da uragano è stato declassato a tempesta tropicale. Ma lungo il suo percorso ha seminato morte e devastazione. Ad Haiti ha cancellato quasi completamente città come Jérémie, Les Cayes, nella parte più sudoccidentale del Paese. E ha poi continuato a scaricare la sua potenza distruttrice in North Carolina, Georgia e Florida.

Nel Paese caraibico, già duramente colpito dal terremoto nel 2010, è ancora crisi umanitaria. Mancano cibo, medicamenti. Grande emergenza è quella legata all’acqua, contaminata da liquami vari. Le strutture di soccorso sono al collasso, mentre si teme un’esplosione di colera.

L’epidemia, già presente ad Haiti, potrebbe diffondersi ulteriormente. Anche prima dell'uragano, solo un abitante su tre aveva accesso a latrine adeguate e meno di tre su cinque avevano a disposizione acqua potabile. Quasi 10'000 persone sono morte a causa della malattia dal 2010 e più di 27'000 casi sospetti sono finora stati segnalati quest’anno.

Perché Haiti fatica a risollevarsi? Che ne è stato degli aiuti umanitari giunti dopo il terremoto?

Ne discuteremo con Ernesto Jacomelli, fino a qualche mese fa vicecapo del Centro operazioni congiunte delle Nazioni Unite ad Haiti; Morena Zucchelli, responsabile ad Haiti dell’ONG Coopi, attiva nel campo della prevenzione dei rischi; Prof. David Alexander, docente all’University college di Londra, esperto di intervento umanitario e di rischi naturali; Prof. Loris Zanatta, docente di storia e istituzioni dell'America Latina all'università di Bologna.

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