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Israele: attacco su Doha

Quali nuovi scenari si aprono sul conflitto in Medioriente?

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Un attacco aereo israeliano contro un gruppo di alti dirigenti di Hamas, avvenuto in un Paese del Golfo, il Qatar. Israele si muove dunque lontano dai suoi confini nazionali, a 1800 chilometri di distanza, lo fa con i suoi caccia da combattimento, per colpire e indebolire i vertici di Hamas, l’organizzazione responsabile degli attacchi del 7 ottobre e contro cui l’esercito israeliano combatte a Gaza. 


Uno scenario di guerra mai visto prima, che coinvolge la piccola monarchia del Golfo, un Paese che in questi anni si è ritagliato il ruolo di mediatore, pur ospitando da tempo la dirigenza politica di Hamas.  Israele colpisce dunque dentro i confini nazionali di uno Stato arabo che dal 7 ottobre in poi si è impegnato per creare le condizioni di un cessate-il fuoco a Gaza.  Un emirato che ha anche strette relazioni con gli Stati Uniti, Stati Uniti che a loro volta sono i principali alleati di Israele. 


L’attacco di ieri è stato condannato da più parti, a cominciare dalle Nazioni Unite, che denunciano la grave violazione del diritto internazionale da parte di Israele. Cosa vuol dire tutto questo per il conflitto israelo-palestinese e più in generale per tutto il Medioriente? Si apre ora una nuova dimensione, un nuovo scenario, per Israele e per l’intera regione? 

Ne parliamo con tre ospiti

Naima Chicherio, giornalista RSI, più volte inviata in Medioriente

Francesca Caferri, giornalista de La Repubblica, esperta di Paesi del Golfo

Daniel Bettini, capo redattore esteri del quotidiano israeliano Yediot Aharonot

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