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Il futuro dei treni merci

FFS cargo ripensa le proprie strategie e non mancano preoccupazioni per il personale

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Discuteremo della decisione di FFS Cargo di ripensare il trasporto delle merci su rotaia in Svizzera, FFS Cargo che abbandonerà diversi terminal del traffico combinato (due in Ticino) e sopprimerà entro fine anno 65 posti di lavoro (40 in Ticino). L’annuncio, della scorsa primavera, aveva provocato l’indignazione di sindacati e di Pro Alps (l’ex Iniziativa delle Alpi) che si sono fatti nuovamente sentire lo scorso venerdì con una manifestazione di protesta indetta a Mendrisio. Nel frattempo, FFS Cargo ha precisato le sue intenzioni: ha garantito che i 40 posti soppressi in Ticino non si tradurranno in licenziamenti e che almeno uno dei due terminal che si intendeva abbandonare (quello di Cadenazzo) resterà in funzione, ma sarà gestito dalla Posta. Resta però una perdita annuale di 80 milioni di franchi che FFS Cargo deve in qualche modo affrontare e resta la domanda: quale futuro immaginare per un trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia che la popolazione elvetica continua a chiedere, che FFS Cargo giudica in seria difficoltà (almeno per quanto concerne il traffico interno nazionale) e di cui Pro Alps e sindacati ci dicono che lo si sta in qualche modo smantellando? Ne discutiamo con:

Roberta Cattaneo, direttrice regionale FFS Regione Sud

Thomas Giedemann, segretario sindacale SEV

Nara Valsangiacomo, presidente Pro Alps e gran consigliera in Ticino per i Verdi

Bruno Storni, consigliere nazionale PS, membro della commissione dei trasporti del Consiglio nazionale

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