Bambini collocati
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L’infanzia in affido

Un processo per presunte sevizie subite da una bambina in affidamento riapre la discussione sul ruolo delle famiglie di accoglienza e sulla loro sorveglianza.

  • 30.3.2018
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La bambina in affidamento aveva subito una serie di violenze ripetute fra il 2010 e il 2013 senza che nessuno se ne accorgesse e denunciasse il fatto. Ora si è giunti al processo, concluso giovedì, nel corso del quale i genitori affidatari hanno chiesto scusa alla vittima ed hanno ammesso le loro colpe. Ma al di là del caso specifico ci si interroga ora sul meccanismo dei controlli: come passano le informazioni fra tutori, assistenti sociali e autorità regionali di protezione (ARP)? Chi può o deve intervenire nei casi urgenti? Quali difficoltà si riscontrano nella ricerca e nell’accompagnamento delle famiglie di affido? E più in generale cosa resta da fare per migliorare l’accompagnamento dei ragazzi e dei bambini in collocamento? Ne parliamo con Sabina Beffa, capo-ufficio dell’aiuto e della protezione del Dipartimento ticinese della sanità e della socialità, Stefania Caffi, assistente sociale presso l’associazione ticinese famiglie affidatarie e Marisa Romeo, ispettrice presso la camera di protezione che sorveglia il ruolo delle ARP.

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