I primi sondaggi avevano lasciato intravvedere una facile vittoria per la nuova legge sul CO2. I voti a favore raggiungevano addirittura il 60%, una quota decisamente rassicurante, a cui andava aggiunto il sostengo di quasi tutto l’emiciclo politico, UDC e Lega dei ticinese esclusi.
Per questa nuova normativa la domenica alle urne si è invece trasformata in una cocente sconfitta, il 13 giugno 2021 verrà ricordato come un giorno nero da chi sperava di accelerare la svolta climatica e energetica del nostro Paese. Troppe tasse è stato il messaggio principale del fronte opposto, e su questo è stato fatto leva con successo, con l’aiuto anche della lobby degli importatori di carburante.
Ora la Svizzera si ritrova senza gli strumenti adatti per poter raggiungere gli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi sul clima. E questo rappresenta di certo un problema anche per l’immagine e il ruolo del nostro Paese a livello internazionale. Per chi ha tagliato il traguardo a braccia alzate occorre ripartire da questo risultato per indirizzare ancor più il nostro Paese verso la ricerca e lo sviluppo tecnologico, considerati la via maestra per ridurre le emissioni inquinanti del nostro Paese.
Su questi e altri argomenti discutono in un confronto diretto:
Greta Gysin, consigliera nazionale Verdi/TI
Piero Marchesi, consigliere nazionale UDC/GR
sollecitati dalle reazioni a caldo dopo il voto di Jacqueline de Quattro (PLR), Jon Pult (PS) e Lorenzo Quadri (Lega)
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