Nonostante il parere negativo di Economiesuisse e dell’UDC che chiedevano di archiviare la strategia energetica 2050 per motivi di costi, le decisioni della camera alta di questi ultimi giorni seguono la strada intrapresa dal governo svizzero dopo il disastro nucleare di Fukushima: una prospettiva di abbandono progressivo dell’energia nucleare da rimpiazzare, promuovendo le energie rinnovabili e l’efficienza energetica.
Il Consiglio degli Stati ha però deciso che parte delle sovvenzioni destinate a sviluppare le nuove tecnologie energetiche sfocerà verso il settore idroelettrico, attualmente in crisi, che si basa su tecnologie esistenti. Controverse sono anche le modalità di spegnimento delle centrali nucleari e il fatto che la camera alta del parlamento ha deciso di non fissare alcuna data entro la quale le centrali dovranno essere spente. L’autorità di controllo delle centrali nucleari Ensi auspica da alcuni anni che non le si lasci semplicemente “spegnere” disinvestendo, senza una strategia d’uscita pianificata nel dettaglio.
Come traghettare dunque senza traumi la Svizzera nell’era post-atomica? Nel dibattito dalla Sala dei passi perduti di Palazzo federale intervengono:
Fabio Abate, Cons. agli Stati PLR
Oskar Freysinger, Cons. naz. UDC
Silva Semadeni, Cons. naz. PS
Christian Van Singer, Cons. Naz. Verdi
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