Un inverno al… verde

Una stagione sciistica al momento catastrofica a causa delle condizioni meteorologiche

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Non bastava la pandemia, ci si è messa anche la meteorologia. L’anno scorso il coronavirus aveva imposto agli impianti di risalita, e alla ristorazione turistica, diverse restrizioni. Quest’anno a mancare in Ticino è la neve.

Siamo quasi giunti a fine gennaio e di coltre bianca non si può certo parlare. Sulle piste regna il verde dei prati e nei conti di chi opera in questo settore domina invece il verde di chi si ritrova con le tasche vuote.

Una stagione invernale al momento catastrofica, con le società che gestiscono gli impianti che devono ancora una volta fare i conti con la grande sfida della “destagionalizzazione”, facendo sempre più leva su nuove offerte turistiche e su modelli imprenditoriali innovativi.

A chiederlo è anche la politica, con il Gran consiglio che lo scorso autunno ha dato il suo nullaosta al credito quadro di 5 milioni e 600mila franchi per il quadriennio 2021-2025, ma lo ha fatto ponendo alcune precise condizioni, tra queste proprio quella di una gestione più efficace delle stazioni invernali, pensata sulle quattro stagioni e con la messa in rete delle attività di marketing e di manutenzione.

 

Di questo inverno di crisi sulle pista da sci ticinesi parliamo con:

Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti di Bosco Gurin

Matteo Milani, presidente Amici del Nara

Simone Beffa, direttore Valbianca SA

Luca Jardini, direttore di Cardada

La puntata inizia con un reportage di Verena Szabo tra ristoratori, commercianti e autorità della Valle di Blenio e dà uno sguardo al cielo, con Marco Gaia, direttore di Meteosvizzera Locarno Monti

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