Passano gli anni, i decenni, i secoli e tutto muta, anche i ritmi di lavoro e le professioni. Ma le fatiche e le conoscenze accumulate dai nostri avi è bene ricordarle sempre. Spesso per meglio comprenderle è utile toccare con mano gli strumenti di lavoro, osservare da vicino i manufatti di un tempo e conoscere le loro storie perché il rischio di dimenticare da dove veniamo è costantemente dietro l’angolo in un’era sempre più veloce e dalla memoria corta.
Con lo storico mesolcinese Marco Marcacci scaveremo nel passato alla ricerca di alcuni mestieri dimenticati ma anche di quelli che non sono del tutto scomparsi. Invece talvolta i luoghi di lavoro sono rimasti gli stessi e proprio per questo oggi vengono visitati dai turisti e dai cittadini desiderosi di toccare con mano la vita di un tempo. Ascolteremo ad esempio il caso del mulino di Aino, in Valposchiavo, un complesso pre-industriale che ospita una segheria, una fucina e naturalmente le macine in pietra.
Parleremo anche delle professioni legate al trasporto di persone e materiale. Vetturini, postiglioni, fuochisti e frenatori. Ormai non esistono più ma le carrozze ancora si possono vedere. Ad esempio: il Museo Moesano dal 30 settembre ne esporrà una recentemente restaurata, all’imbocco della Valle Calanca. Per proteggerla ed esporla in maniera permanente si è costruita una nuova antenna del Museo. Sarà posata in una grande vetrina pochi metri a sud del nucleo del comune mesolcinese di Grono.