Viva i pompieri

Il corpo composto da professionisti e volontari

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La vita del pompiere è affascinante. Molti in tenera età avranno forse sognato di emulare il draghetto Grisù. Anche il nostro ospite, il capitano Geo Toscano al comando del Corpo pompieri unificato dell’Alta Mesolcina lo sognava fin dalla sua adolescenza.  Vedremo innanzitutto come è strutturato dal 2003 il corpo unificato dei pompieri dell’Alta Mesolcina -che comprende i militi di Lostallo, Mesocco e Soazza- che oltre a lottare contro il fuoco e i danni dell’acqua è pure impegnato nel soccorso stradale. Questo corpo è pure d’aiuto agli altri due contingenti di pompieri del Moesano: quello della Calanca e quello della Bassa Mesolcina. Ora si stanno pianificando diversi investimenti tra i quali l’acquisto di due nuovi mezzi di intervento.

Andiamo poi a Poschiavo, dove i pompieri ci sono dal 1872. Si occupano in prevalenza di incidenti stradali, numerosi anche gli incendi di canne fumarie, mentre quelli nei boschi sono più rari. Ci sono stati anni nefasti, come il 1987 con la grande alluvione, replicata in tono minore nel 2001 e nel 2003. Mantenere il corpo dei pompieri costa circa 170 mila franchi, ma è una spesa che la comunità sostiene volentieri, visto il servizio che viene garantito. Una cinquantina i volontari e tra loro anche due donne, di cui una accompagna il marito. I pompieri di Poschiavo collaborano in casi straordinari, anche se non ufficialmente, con i vigili del fuoco di oltre confine. 

Un caso analogo a quello bregagliotto dove i 70 pompieri attivi hanno collaborazioni con i vicini engadinesi e, anche qui non ufficialmente, con quelli della Valchiavenna. La situazione ci viene illustrata dal comandante Roland Valentin

L’accordo c’è, sia per Poschiavo sia per il comune di Bregaglia, ma è bloccato a Milano da due anni.

Quel che conta però è che le cose funzionino. E che si trovino sufficienti volontari per garantire il servizio.