Ladies and gentlemen: Take That
Il fenomeno delle boy-band (o girl-band che dir si voglia) è tutt’altro che superato e negli anni ci sono stati mille cloni degli originali. Sul fronte britannico (non vogliamo dimenticarci dei Backstreet Boys in territorio americano) dobbiamo assegnare la palma dell’originalità ai Take That, gruppo nato nel 1989 grazie all’incontro tra Gary Barlow, Mark Owen, Jason Orange, Howard Donald e Robbie Williams. Visi puliti, canzoni ritmate e semplici, cover d’effetto: il successo di questa band è stato immediato e nei primi anni ’90 sono stati celebrati come dei numeri uno. Tutto bene fino al 1996, quando la band decide di separarsi. Ma nella musica il “mai” non esiste e infatti, ancora oggi, nel 2025, i Take That sono ancora sulla cresta dell’onda. 45 milioni di dischi venduti, 9 album, 12 singoli portati ai vertici delle classifiche. Qualche titolo da non dimenticare? Sure, Back for good, Everything changes, Shine e molti altri.
Canzone simbolo: la cover di Relight my fire
Anno d’oro: 1995, esce l’album “Nobody else”, il Progetto discografico più venduto.
I Take That si chiamano così perché il nome della band è un riferimento a una delle prime canzoni scritte da Gary Barlow e Mark Owen, chiamata “Take That”. Il nome è stato scelto per essere in linea con lo spirito giovanile e rivoluzionario della band, che voleva “prendere” (take) il pubblico con la sua musica e la sua energia.
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