Gli astronomi svizzeri Michel Mayor, destra, e Didier Queloz, sinistra, in una foto del 2005
Millevoci

Nobel della fisica agli svizzeri Mayor e Queloz e all’americano Peebles

Con Nicola Colotti

  • keystone
  • 17.10.2019
  • 52 min
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  • Società

Cosa hanno scoperto e come?

La Svizzera romanda terreno di Nobel” titolava il quotidiano Le Temps lo scorso mercoledì 9 ottobre all’indomani della comunicazione da parte dell’Accademia delle scienze svedese che il premio Nobel per la fisica 2019 è stato attribuito in condivisione alla coppia di astronomi ginevrini Michel Mayor e Didier Queloz per la loro scoperta del primo pianeta extrasolare e al cosmologo canadese-americano James Peebles per le sue scoperte teoriche in cosmologia fisica.

Al di là della legittima soddisfazione per un Nobel svizzero a soli due anni da quello per la chimica a Jacques Dubochet a gioire è tutta la comunità scientifica legata alle scienze astronomiche.
Non capita infatti spesso che il Nobel per la fisica venga attribuito lo stesso anno a ricercatori in ambiti così diversi come quello astronomico relativo allo studio sugli esopianeti di Mayor e Queloz e quello cosmologico relativo alla fisica dei primordi dell’Universo teorizzata da James Peebles.

Il premio Nobel per la fisica a Mayor, Queloz e Peebles si presta dunque come occasione per qualche spiegazione sulle scoperte di questi scienziati, sulla loro utilità per il progresso scientifico e umano e sulle ricadute anche concrete di cui potrà beneficiare l’umanità intera.

Ospiti:
Nicolas Cretton, astrofisico, docente al Liceo di Lugano-Savosa, membro del Comitato di divulgazione di ESO (Osservatorio europeo del Sud)

Roberto Trotta, professore di Cosmologia all’Imperial College di Londra, direttore del Center for Languages, Culture and Communication

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