Stefano Bacchi Wilcock
Laser

L'isola di Wilcock

di Valerio Rosa

  • 05.10.2020
  • 25 min
  • Stefano Bacchi Wilcock
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“Se non te ne vai subito da questo Paese sei perduto per sempre. C'è una nave che parte per l'Italia tra venticinque giorni, non è cara. Io la prenderò”: così Juan Rodolfo Wilcock, argentino di Buenos Aires, della cerchia di Jorge Luis Borges, annuncia nel 1958 a Héctor Bianciotti l'imminente espatrio. Scrittore difficile da incasellare, partecipa alla scena letteraria italiana schernendone le mode, i rituali, i canoni espressivi, a cui ricorre soltanto per farne sarcastiche e feroci parodie. Un vero teppista della letteratura, un iconoclasta solitario, una creatura aliena che si aggira nell'Italia del boom economico come un bracconiere di mostri, di disadattati che non hanno trovato posto negli ingranaggi della società in cui la gente cosiddetta normale prospera e ingrassa. Il suo italiano, ha scritto Roberto Calasso, “è come un isolotto tropicale, carico di antica e folta vegetazione, preso nella corrente di un fiume ammorbato dagli scarichi industriali, che scorre in una magra e proterva campagna. Su quell'isolotto troppo pochi, finora, hanno provato a mettere piede”. In questa puntata di “Laser” visiteremo l'isola di Wilcock, guidati da Andrea Gialloreto, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea e di Letterature comparate presso l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara.

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