In un’ipotetica controstoria del jazz, l’arpa occuperebbe probabilmente un posto di rilievo accanto al fagotto, al theremin e al koto giapponese. Se è vero che a lungo l’arpista più famoso d’America fu un tale che si presentava allo strumento in parrucca e impermeabile bianco – Harpo Marx – è altrettanto vero che l’arpa da strumento estraneo al jazz appare oggi accanto al violoncello, al liuto arabo o al laptop nella categoria degli strumenti quanto meno plausibili, se non proprio dominanti, nel sempre più variegato orizzonte timbrico del jazz.
L’arpa, oggi, nel jazz. È il tema di questa puntata di Bourbon Street, che da Harpo Marx – che un disco di musica jazz lo incise eccome: Harpo in Hi-Fi, accanto al sassofonista Buddy Collette – ci porterà, attraverso le due figure di riferimento degli anni ’60 e ’70, Dorothy Asbhy e Alice Coltrane, a perlustrare il ricco panorama odierno, su cui spicca un’arpista come Brandee Younger, di cui ascolteremo un brano in anteprima dal nuovo disco. Ma avremo anche modo di sondare come l’arpa si adatti oggi ai contesti jazz più innovativi, dai progetti della francese Sophye Soliveau a quelli dell’inglese Amanda Whiting, da quelli dell’ucraina Alina Bzhezhinska a quelli del colombiano Edmar Castaneda, e in particolare il suo lavoro Harp vs. Harp in duo l’armonicista svizzero Grégoire Maret.
Avremo infine occasione di presentare un brano in anteprima dall’annunciato nuovo disco dell’arpista ticinese Kety Fusco, l’interessante collaborazione con una leggenda del rock come Iggy Pop, allargando per un attimo lo sguardo oltre i confini del jazz, dove l’arpa, sia in ambito di musica elettronica che indie (prepariamoci perché anche Joanna Newsom sta per tornare…), non è ormai più da tempo considerato uno strumento da parrucca e impermeabile bianco.
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703910