La “solita” vittoria in trasferta, la “solita” sconfitta casalinga. Anche questa settimana il Lugano ha viaggiato secondo le sue attuali certezze anche se, va detto, qualche distinguo è d’obbligo. A livello di prestazione, infatti, la partita col Davos, almeno per due terzi, ha evidenziato una crescita confortante per quanto riguarda la mole di gioco creata e le occasioni da rete. Le prossime partite, a cominciare da quella di domani contro lo ZSC, ci diranno se questo Lugano è pronto per vincere anche davanti ai propri tifosi.
** Il Lugano da trasferta: con 14 dei 19 punti accumulati, lontano dalla Corner Arena, il Lugano pare la Red Bull di Verstappen. Abili a piazzare e ad eseguire il trappolone in zona neutra, gli uomini di Mitell, impediscono agli avversari di entrare con ordine nel terzo difensivo bianconero e, grazie a questo filtro, evitano anche il “dump and chase”. Ne conseguono errori grossolani a livello individuale che i bianconeri sfruttano con accelerazioni micidiali, ad immagine dei successi di Rapperswil, Ginevra e Losanna.
* Aleksi Peltonen: disfatto il borsone e rimesso piede in spogliatoio, Aleksi (e con lui i compagni della quarta linea Marco Zanetti e Giovanni Morini) si è guadagnato tempo di ghiaccio, spazio e responsabilità. La bella conseguenza sono partite come quella di sabato, dove al “grinding” fanno seguito occasioni, reti ed assist. Solo applausi!
- La disciplina: 4 penalità maggiori in 16 partite, due nelle ultime due. Nessuna squadra può permetterselo, tantomeno il Lugano. Non stiamo a discettare sulle decisioni dei direttori di gara, certo è che nelle ultime due partite, dapprima Sekac e poi Aebischer hanno fornito agli arbitri tutti gli elementi per poter assegnare una sanzione maggiore, con interventi improvvidi ed inutili alla causa. Come cantava Aretha Franklin: “Think, think about what you are trying to do to me…”
-- Il Lugano da “salotto”: alla Cornèr Arena il Lugano pare la Red Bull di Tsunoda, un bolide guidato col freno a mano tirato da un neo patentato. I bianconeri in casa hanno ottenuto 5 punti su 19. Tre faticando contro il derelitto Ajoie, due “segnandus cul gumbat” contro il Kloten. Il trappolone a centro pista, per vari e svariati motivi è meno applicabile e la sensazione – al netto del più che incoraggiante ultimo atto casalingo contro il Davos – è che per imporre ed imporsi davanti al proprio pubblico manchi ancora qualcosa a diversi livelli. Il paradiso deve, per ora, attendere…

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A tutto Hockey 18.10.2025, 23:00