HOCKEY - NATIONAL LEAGUE

Lugano troppo solido per un Ambrì ancora a corrente alternata

Il commento sul derby di Diego Medolago

  • Oggi, 08:59
  • Oggi, 09:07
Derby

Il momento decisivo

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Di: Diego Medolago, inviato

Alla fine a portare a casa il derby è stata la squadra con più certezze. Lo si scriveva alla vigilia di questo secondo derby che il Lugano era riuscito a trovare la quadratura del cerchio mentre l’Ambrì stava ancora cercando la propria identità dopo la scossa del cambio in panchina e alcune prestazioni al limite dello schizofrenico.

Stick to the game plan

Così a fare la differenza è stata proprio la fiducia nei propri mezzi dei bianconeri, i quali non hanno sicuramente disputato la miglior partita stagionale ma hanno continuato imperterriti nel proprio game plan, consci che giocando in quel modo prima o poi una qualche chance sarebbe arrivata. E così è stato, con Perlini e Sekac a fare le prove generali nel corso del terzo tempo prima di confezionare, insieme a Tanner, il gol che ha di fatto deciso la sfida della Gottardo Arena, seguito poco dopo dalla firma di capitan Thürkauf.

Peccato capitale

Un gol, quello del ceco, che ha spento le residue energie dei leventinesi, ridotte già al lumicino dopo due tempi di grande pattinaggio e pressione a tutta pista che hanno messo in difficoltà gli ospiti e che nel contempo hanno costretto un ottimo Schlegel a estrarre dal cilindro alcuni interventi salva risultato. L’errore per la formazione di Landry è stato quello di addormentarsi a inizio secondo periodo, permettendo ai “cugini” di ribaltare un confronto che fin lì aveva visto meritatamente i padroni di casa in vantaggio. Solo dopo aver incassato l’uno-due firmato Canonica e Omark infatti Bürgler e compagni sono tornati ad esprimersi sui livelli visti nei primi 20’, a conferma di come questa squadra ancora vada a corrente alternata e non riesca a tenere alta la tensione per tutti i 60’. Tutto il contrario di quella sottocenerina che invece, pur partendo a rilento, ha man mano aumentato i giri del motore, sprigionando poi tutti i cavalli nell’ultima parte di match.

Questione di leader

Un ritmo, quello imposto dai sottocenerini, non più gestibile dai biancoblù, che piano piano hanno ceduto alla stanchezza e sono incappati in diversi errori difensivi. Il più grave - ovviamente - commesso da Heed, che ha di fatto spianato la strada al successo bianconero. Non il primo errore in questa stagione dello svedese, gravato però da un minutaggio che ne mina la lucidità nei momenti clou dell’incontro. Lucidità di cui è invece dotato un Sanford sempre più centro nevralgico del Lugano: il top scorer statunitense ha una volta di più impressionato nella gestione dei dischi, dispensati ai compagni facendo praticamente ogni volta la scelta giusta. Ma in generale tutti i leader del Lugano sono saliti in cattedra, mentre dall’altra parte ancora una volta gli stranieri hanno mancato l’appuntamento. E in partite come questa, fa tutta la differenza del mondo.

16:19

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