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Coolio e l'impossibilità di sfuggire agli stereotipi

Il rapper di Gangsta's Paradise è morto a Los Angeles a 59 anni. La sua carriera è stata segnata da tentativi, sempre frustrati, di uscire dal suo personaggio west coast e sfuggire al destino di one-hit wonder

  • 29 settembre 2022, 13:05
  • 14 settembre 2023, 09:20
Coolio è stato trovato morto nella sua abitazione da un amico mercoledì

Coolio è stato trovato morto nella sua abitazione da un amico mercoledì

  • Keystone

Iniziamo proprio da questo: One-hit wonder? Saremmo propensi a concedergliene almeno due, visto che – oltre a Gangsta's Paradise – anche la orecchiabilissima C U When U Get There ebbe un notevole successo, anche se effettivamente fu più in Europa che in patria: disco d'oro in Svizzera, Germania e Belgio, ma l'album My Soul che la conteneva arrivò solo al trentanovesimo posto delle classifiche americane del 1997. Avrebbe meritato una sorte migliore, quel secondo singolo perfetto della carriera di Coolio, già: al confine tra hip-hop, pop e r'n'b, citava il Canone e giga in Re Maggiore del musicista barocco del diciassettesimo secolo Johann Pachelbel, ancora oggi strasuonato ai matrimoni in mezzo mondo e già sfruttato magistralmente dagli Aphrodite's Child negli anni Sessanta con Rain and Tears.
Nonostante questo, oggi alla notizia della morte di Coolio tutti i giornali lo hanno definito “l'autore di Gangsta's Paradise”, mettendo la parola fine anche ai suoi tentativi di essere ricordato da qualcosa di più che un singolo di successo. Ma andiamo con ordine.

Coolio e il fenomeno anni Novanta di Gangsta's Paradise

Nato nel 1963 in Pennsylvania, ma trasferitosi a Compton in tenera età, Coolio cresce nella culla del rap West Coast losangelino, che negli ultimi quarant'anni ha sfornato artisti di primissimo piano, dagli NWA a Kendrick Lamar. Dopo qualche falsa partenza, nel 1994 firma come artista solista con l'etichetta Tommy Boy Records (ai tempi editore di De La Soul, Naughty by Nature e House of Pain) e pubblica It Takes A Thief, trainato dal singolo Fantastic Voyage che campiona l'omonima canzone dei Lakeside del 1981. In quel disco ci sono già tutti gli elementi dello stile-Coolio: uso massiccio di campionamenti e interpolazioni di musica anni '70 e '80, e testi più riflessivi rispetto alla media del rap West Coast dell'epoca. L'album ottenne ottime recensioni e buone vendite, diventando disco di platino.

Subito dopo, ecco Gangsta's Paradise, singolo celeberrimo che cita Stevie Wonder, parte della colonna sonora di Pensieri pericolosi con Michelle Pfeiffer: a sua volta, film che chiunque fosse vivo negli anni Novanta ha visto – magari pensando, alla fine, quanto fosse migliore il video musicale diretto da Antoine Fuqua (che infatti poi sarebbe diventato un regista di cinema action di alto livello). Nel 1995, Gangsta's Paradise era ovunque, incredibilmente perfetta per le radio, che infatti la programmavano a ogni ora del giorno: mostruosamente orecchiabile, con un testo profondo, era anche una delle poche canzoni rap di quell'epoca a non contenere liriche esplicite, condizione posta dallo stesso Stevie Wonder per concedere i diritti per il campionamento. Stevie non voleva che Coolio, che abitualmente non si faceva remore nell'usare il vocabolario sboccato del gangsta rap dell'epoca, imprecasse sulla sua musica.
Quali che fossero i motivi, in ogni caso Gansta's Paradise trascese lo status di canzone di successo, per diventare un fenomeno mondiale. Un successo tale da rendere pressoché impossibile ripeterlo. Così, quando il già citato My Soul arrivò “solo” al disco di platino, la Tommy Boy terminò il suo contratto con Coolio, mettendo la sua carriera su una china discendente.

Coolio dopo Gangsta's Paradise: la carriera e i guai con la legge

A dire la verità, Coolio produsse molti altri pezzi eccellenti negli anni successivi, ma ad ogni annuncio di nuovo singolo, il destino sembrava già scritto. Una gabbia da cui era impossibile fuggire, così come dallo stile di vita che aveva accompagnato il suo primo successo: la cocaina, anche in forma di crack, e i guai con la legge. Alla fine del 1997 insieme ad alcuni amici è stato arrestato per presunto taccheggio in un negozio di abbigliamento tedesco, condannato a sei mesi di libertà vigilata e una multa. Nel 1998 ha passato una notte in cella per guida contromano. Nel 2009, ancora arrestato per possesso di crack all'aeroporto di Los Angeles. Nel 2016, fermato sempre allo stesso aeroporto per possesso di armi da fuoco: un giudice di Los Angeles lo avrebbe poi condannato a 3 anni di libertà vigilata e a 45 giorni di servizi sociali.
Tuttavia, negli stessi anni Coolio avrebbe continuato a scrivere e produrre musica, a recitare in decine di film e serie tv (anche se spesso solo per brevi cameo), e a provare a lanciare una sua personale carriera televisiva, con il programma di cucina Coockin' with Coolio e il reality Coolio's Rules, che tentava di ripetere la formula di The Osbournes.
Anche qui, ecco perpetuato uno stereotipo: quello della star che dapprima prova a sfuggire al ruolo che gli viene imposto dalla società e dallo show business, poi in qualche modo ci si adagia, consapevole che in fondo c'è di peggio.
Tra le letture consigliate per chiunque voglia andare oltre Gangsta's Paradise, consigliatissima questa intervista rilasciata a Vice nel 2014 (breve estratto: “Come ho detto, Gangsta's Paradise è un'entità a sé stante. E io sono un po' come... come Noè. Ho fornito il contenitore per farlo arrivare sulla Terra, e poi ho dovuto solo lasciare che le cose accadessero. Stevie Wonder era come Dio, io sono come Noè, e le parole sono come gli animali e i pesci e gli uccelli e tutto il resto, e sono venute attraverso di me e tutto quello che ho fatto è stato aspettare che quelle cazzo di onde iniziassero ad arrivare”) e il meraviglioso racconto di un suo concerto del 2018, davanti a cento persone in un pub di Brisbane. Materiale letterario, più toccante di ogni ricordo di un successo da un miliardo di visualizzazioni.

Michele R. Serra

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