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Fuse - Everything but the girl

A distanza di quasi un quarto di secolo gli Everything but the girl tornano con dieci nuove canzoni

  • 03.05.2023, 10:02
  • 14.09.2023, 09:01
Everything But The Girl
  • Edward Bishop
Di: Sergio De Laurentiis 

Per la serie “dove eravamo rimasti?” iniziamo con un breve riepilogo delle puntate precedenti. Nel 1999, poco prima dell’inizio del nuovo millennio, gli Everything but the girl - coppia formata da Tracey Thorn e Ben Watt, uno dei gruppi più interessanti e difficilmente incasellabili della fine del secolo scorso - pubblicano “Temperamental”. Nei quindici anni precedenti, fin dal debutto di “Eden” nel 1984 hanno sfornato album di grande qualità, che spaziano dal new cool jazz, al pop raffinato, per arrivare alla folktronica, una fortunata sintesi tra sonorità acustica ed elettronica che li porta al grande successo di Missing del 1994.

Dopo “Temperamental” spariscono. Non del tutto, perché sia Tracey Thorn che Ben Watt lavorano a diverse produzioni solistiche e a collaborazioni di vario genere, ma gli Everything but the girl sembrano essere svaniti, inghiottiti dalle nebbie. È tutta “colpa” di un paio di gemelle che irrompono nella vita dei due poco prima di Temperamental. La coppia, anche nella vita, decide che ci sono cose più importanti e quindi fanno “ciao ciao” e scendono dal palcoscenico (chapeau, ci vogliono idee chiare e una determinazione notevole per scegliere di abbandonare praticamente all’apice del successo).

Pochi mesi fa, in maniera inaspettata, annunciano che no, gli Everything but the girl non sono una reliquia del passato e che finalmente tornano con un nuovo lavoro. E così eccoci qua, ad ascoltare le dieci canzoni di “Fuse”. Diciamolo subito, non è una bieca operazione “nostalgia”, i due hanno troppa classe per una roba del genere. Ed è proprio la classe a spiccare nei nuovi brani di Tracey Thorn e Ben Watt: hanno dimostrato più e più volte che sanno come scrivere una bella canzone e che sanno scegliere il vestito sonoro più adatto. “Fuse” dimostra che non hanno perso l’abitudine. Accanto a brani “catchy”, di sicura presa - il singolo Nothing to lose, Caution to the wind, Forever o No one knows we’re dancing - troviamo alcune gemme dal tocco minimalistico, intimistico come Lost , Karaoke e Run A Red Light, che meritano qualcosa di più di un distratto ascolto.


Non avendo palle di cristallo o particolari capacità da preveggenti è difficile dire se potranno raggiungere le stesse vette dei successi degli anni ’90. Probabilmente no, perché nei due decenni e passa di assenza dalle scene sono cambiate troppe cose nell’industria discografica e nelle nostre vite, ma è confortante sapere che Tracey e Ben sono ancora lì, con la loro raffinata miscela di melodie pop dal sapore melanconico e sonorità acustico-elettroniche.

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