Ogni mese guardiamo alle uscite degli ultimi trenta giorni, lasciandoci guidare dalle recensioni delle testate specializzate. Dalle star affermate all'underground, ecco gli album che meritano ascolto e attenzione.
Svezia: Katatonia, Sky void of stars
"Sclera" ricorda dal punto di vista melodico il capolavoro dei Katatonia, "The Great Cold Distance", ma con la sua batteria alienata e il Mellotron punta più al futuro che al passato. "Atrium" è un pensoso midtempo tipico degli svedesi. Infine, la band enfatizza il proprio lato prog in "No Beacon To Illuminate Our Fall".
Dal punto di vista musicale, in "Sky Void Of Stars" non c'è quasi nulla che non sia già presente in altri album dei Katatonia in forma simile. Ciononostante, il disco trae il suo fascino speciale dall'atmosfera distopica che le canzoni diffondono.
(Laut.de)
UK: John Cale, Mercy
Beh, non è mai stato un tipo facile, vero? John Cale è tornato con la prima raccolta completa di materiale nuovo in un decennio e, all'apparenza, tutto sembra lucido e contemporaneo. Almeno per un po'. Vi passeranno davanti diversi brani prima che vi rendiate conto che forse Mercy non è così immediato come pensavate, nonostante la suddetta patina contemporanea. A voi, ascoltatori, sarà richiesto un po' di lavoro.
Quando si arriva a "Night Crawling", l'ottava traccia e il primo singolo, diventa evidente che quella canzone contiene forse l'unico ritornello in grado di attirare un eventuale ascoltatore casuale. Se alcuni di questi ascoltatori casuali resteranno nei paraggi è irrilevante: tutti noi dovremmo rimanere per ammirare uno degli album più profondamente fuori dagli schemi del 2023. E siamo ancora a gennaio.
(Thequietus.com)
USA: Iggy Pop, Every Loser
Le voci sulla fine creativa di Iggy Pop erano notevolmente esagerate. Nel periodo che ha preceduto l'uscita di Post Pop Depression del 2016, l'uomo nato James Newell Osterberg Jr. ha lasciato intendere che sarebbe stato il suo ultimo lavoro. Eppure eccoci qui, sette anni e due dischi dopo. E secondo una recente intervista, l'unica cosa da cui Iggy si sta ritirando è lo stage diving, perché si considera ormai "troppo sgangherato" per continuare.
Every Loser è superbo. Ma soprattutto racchiude l'essenza di Iggy, non rielaborandola per un pubblico moderno o assecondandone le tendenze, ma tirando fuori le qualità senza tempo del suo autore: la sua rabbia, il suo senso di meraviglia, il romanticismo, la sua stranezza. Sarebbe difficile trovare un album in grado di soddisfare più stati d'animo nel 2023. Vivetelo: è un posto fantastico in cui stare.
(Kerrang.com)
UK: Sam Smith, Gloria
Dall'uscita del successo soul del 2014 "Stay With Me", il cantante e cantautore britannico è stabilmente tra i più noti cantastorie del pop, un crooner con un tono puro e burroso e un'agile gamma vocale che può passare dagli abissi della disperazione a un falsetto arioso e struggente. Ora, nel quarto album del musicista, "Gloria", più allegro e sensuale, Smith, che usa per se stesso il pronome "loro", canta in modo meno cupo.
Il primo singolo dell'album, "Love Me More", è un'ode luminosa e spumeggiante all'accettazione di sé, ispirata dalle lunghe lotte di Smith con l'immagine del suo corpo. "Ogni giorno cerco di non odiarmi", cantano con straziante candore, "ma ultimamente non fa più male come prima". "Love Me More" trascende i limiti del "pop empowerment" unidimensionale perché non sminuisce l'intensità delle sfide affrontate da Smith e suggerisce che l'amore per se stessi è un processo che bisogna rinnovare continuamente.
(Nytimes.com)
Italia: Geolier, Il coraggio dei bambini
Non puoi avere vent’anni, nel senso che non puoi goderteli, devi dimostrarne di più. Sono già troppi vent’anni, quasi come se fossero un regalo, un traguardo, un qualcosa di non scontato. Mentre noi cerchiamo di capire cosa fare da grande, un Geolier dev’essere un uomo già formato. (...)
C’è un discorso di tradizione, proprio inteso nel senso più etimologico del termine, di consegna di sapere, popolare, di strada, che sembra di guardare da una finestra quello che la generazione prima di me e di rimando la mia, ha imparato su New York grazie a un paio di cuffiette.
(Gqitalia.it)