Non si arresta la Great Resignation, la Grande dimissione dal lavoro di milioni di cittadini americani che, a fronte di un forte aumento della domanda di lavoro, preferiscono sottrarvisi, cercando situazioni migliori o andando in pre-pensionamento. Erano 4 milioni solo in agosto, sono aumentati a 4,4 in settembre. Per il momento il fenomeno di fuga da impieghi mal pagati, stressanti o poco gratificanti, sembra confinato prevalentemente ai paesi anglosassoni, con la Gran Bretagna che, oltre a un diffuso calo di appetito per il lavoro, si confronta con la partenza di migliaia di cittadini dell'Unione europea e il drastico calo dei migranti. Nell'eurozona, per contro, la partecipazione al mondo del lavoro è pressoché ritornata ai livelli pre-pandemici, probabilmente grazie al lavoro ridotto che, a differenza dei sussidi diretti elargiti negli Stati Uniti, ha in qualche modo vincolato la forza lavoro alle imprese.
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L'economista Christian Marazzi riflette sul fenomeno della "fuga dal lavoro"
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RSI Plusvalore 02.12.2021, 12:20
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