Zilla Leutenegger è una delle artiste svizzere di maggior successo e tra le più poliedriche sul piano mediale. Per tre anni, il regista Iwan Schumacher ha accompagnato l'artista con la sua telecamera.
Il documentario che ne è nato si concentra sulla nascita e la creazione di diverse opere: due pianoforti a coda, provenienti dal cimitero dei pianoforti, che simboleggiano mamma e papà, un corridoio infinitamente lungo e l'ombra di un gorilla schiena d'argento di nome ZillaGorilla.
Senza dimenticare i profondissimi monotipi e i loro profondi significati, e i famosi, ludici e tenerissimi, "Pretend to be" ("Come se"), come ad esempio "Der Mann im Mond" (2000) o "ZillaNinaBarellina" (1997).
Opere che sono il punto di partenza per le incursioni nella vita e nell'opera di Zilla Leutenegger.
Il regista, Iwan Schumacher, entra nel laboratorio creativo dell'artista e ce lo svela da una prospettiva prossima all'artista, molto da vicino, mentre all'inizio dell'estate 2021 era in preparazione una mostra, al Museo d'arte dei Grigioni, dal titolo "Espèces d’espaces". Una importante esposizione dedicata al percorso artistico di Zilla. Un percorso all'interno dello spazio artistico e esistenziale, denso di ricordi, forti suggestioni della memoria che da vita diventano arte.
Il documentario di Iwan Schumacher è su Play RSI fino al 3 aprile
Zilla (Svizzera, 2021)
Regia: Iwan Schumacher
Durata: 53'