La fine della Grande guerra

La Prima Guerra mondiale finì ufficialmente il 28 giugno 1919. Quel giorno di 100 anni fa i rappresentanti di 44 Stati nella Galleria degli specchi del Palazzo reale firmarono il Trattato di Versailles. Alla cerimonia, che sancì la pace dopo oltre 4 anni di conflitto con 15 milioni di morti e 20 di feriti, non parteciparono Germania, Austria e Ungheria che, sotto la minaccia di una ripresa delle ostilità cessate con l'armistizio di Compiègne l'11 novembre 1918, si limitarono a ratificare i testi. Definendo le riparazioni, le restrizioni al riarmo e le cessioni territoriali a carico dei vinti, sancirono la fine di tre imperi (zarista, ottomano e austro-ungarico) e la nascita di numerosi nuovi Stati, dalla Finlandia, alla Lituania, dalla Cecoslovacchia alla Repubblica austriaca, ma anche la Polonia, la Iugoslavia, la Lettonia, l’Estonia e l’Albania.

In occasione dell'anniversario del Trattato di Versailles gli Archivi nazionali del Regno Unito hanno raccolto tutti i documenti della storica Conferenza di pace di Parigi del 1919.

Il Trattato di Versailles lasciava aperte numerose questioni e molte decisioni prese a Parigi furono modificate negli anni successivi, con conseguenti motivi di persistente agitazione e irrequietezza. Ma non furono solo le vertenze aperte a creare insofferenza: molti punti dei trattati vennero vissute dai paesi vinti come un diktat. Tutte tensioni che portarono poi alla stesura degli Accordi di Locarno durante la Conferenza di Pace tenutasi dal 5 al 16 ottobre 1925 che ridusse le frizioni, ma non eliminò i problemi causati da clausole che, oggi, molti storici concordano nel ritenere "una sorta di punizione inflitta dalle potenze vincitrici", come spiegato alla RSI da Juliette Desplat degli Archivi nazionali di Londra.

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