“È la prima volta che vengo qui. Gli accessi sono stupendi e per uno che ha fatto ponti sottolineerei che qui c’è già una bellissima collezione di ponti. Dopo si entra in una specie di paradiso perduto, dove la natura si sente dappertutto, si vede nei fiori, nei prati, nella densità dei boschi. È una natura praticamente selvaggia, intoccata… dove ci sono gli uomini che si sono adattati alla natura e non il contrario”.
Sono parole dell’architetto e ingegnere naturalizzato svizzero Santiago Calatrava, che la RSI ha intervistato in occasione di una sua recente visita in Val Calanca, dove ha inaugurato un nuovo parco giochi a lui intitolato.
"Uno che ha fatto dei ponti" è una descrizione che, sebbene riferita a sé, tende ad essere riduttiva per il lavoro di un'archistar, che ha costruito anche stazioni, aeroporti, complessi ed edifici iconici in tutto il mondo.
“Il lavoro di un architetto è simile a quello di chi costruiva centinaia di anni fa e si spostava da un posto all’altro man mano che il lavoro finiva. È anche una straordinaria fonte di esperienze di vita, di conoscenza e di esperienza. Si va in posti che si conoscono poco e si ha a che fare con persone che ti domandano di fare qualcosa. Bisogna essere consapevoli che queste persone ne sanno di più del posto ed è molto importante assorbire quello che loro sanno per farlo fluire nell’architettura. Nel mio caso in fondo mi vedo un po’ come una di quelle signore che aiutano a partorire i figli”.
L'intervista integrale nel video che vi proponiamo in apertura di pagina