Dopo dieci anni alla guida dell’Orchestra della Svizzera italiana, Markus Poschner ha diretto il suo ultimo concerto in occasione del festival “OSI a Pentecoste” al LAC di Lugano. Un addio carico di emozione e gratitudine.
“Siamo cresciuti insieme, era tutto nuovo e abbiamo costruito qualcosa di unico”, ha raccontato Poschner, ricordando l’inizio di un percorso condiviso con un’orchestra in trasformazione. In questi anni l’OSI ha ottenuto anche prestigiosi riconoscimenti discografici, che, secondo il maestro, “hanno dato visibilità al nostro lavoro e orgoglio all’intera squadra”.
Gestire un’orchestra che non è solo sinfonica, ma ha anche una funzione radiofonica, ha posto sfide particolari: “All’inizio era come avere molti chef in cucina”, osserva Poschner, riferendosi alla complessità di dover rispondere a più direttive. Con il tempo, però, l’OSI ha trovato una propria identità artistica, rafforzando il legame con il pubblico e il territorio.
“L’OSI ha cambiato la mia vita; sono diventato un artista diverso”, conclude il maestro. “Il futuro dell’orchestra è promettente, finché si lavora con passione e consapevolezza della propria identità”.