Partirà venerdì dal Cairo la Global March to Gaza, una mobilitazione internazionale a favore della popolazione palestinese. L’obiettivo è raggiungere il valico di Rafah, al confine con la Striscia, il 15 giugno, dopo tre giorni di cammino attraverso il deserto del Sinai. Tra i partecipanti, in arrivo da tutto il mondo, ci sono anche alcuni ticinesi.
“Saremo parte della delegazione svizzera, che oggi conta circa 500 iscritti, una decina almeno dal Ticino”, spiega Simone Buzzi, originario di Tremona e dottorando in sociologia a Losanna. Simone partirà da Berlino, dove si trova per motivi di studio, e si congiungerà in Egitto con il cugino Elia.
I partecipanti sanno di affrontare un percorso incerto, soprattutto per le restrizioni delle autorità egiziane. “Siamo pronti a essere fermati già in aeroporto o a non poter partire dal Cairo – ammette Simone – ma la nostra preoccupazione è più quella di non riuscire a farlo, di essere bloccati prima ancora di iniziare”.
Anche Jacqueline, 47 anni, del Locarnese, parteciperà insieme al compagno. “Pochi indumenti, qualche medicina: portiamo solo l’essenziale. C’è emozione per questo slancio collettivo, ma anche timore. Sappiamo che non è garantito arrivare a Rafah. L’importante è che il nostro gesto abbia risonanza, anche solo arrivando al Cairo”.
La marcia è pacifica e apartitica, ma con un chiaro messaggio politico: denunciare le violenze commesse da Israele e chiedere una presa di posizione più netta da parte dei governi. “Non è una vacanza né una manifestazione in piazza” precisa Simone. “È un modo per svegliare le coscienze. Non siamo personaggi famosi come Greta Thunberg, ma è importante esserci”.
Il Dipartimento federale degli affari esteri ha aggiornato le raccomandazioni di viaggio per l’Egitto, menzionando la marcia e sconsigliando di recarsi nell’area, citando il pericolo di arresto o detenzione. Ma ciò non ha cambiato i piani dei partecipanti. “Siamo consapevoli dei rischi”, afferma Jacqueline, “ma ormai si è superato ogni limite di tollerabilità. Questa causa ci riguarda tutti”.
Per Simone, alla sua prima esperienza in Africa e nel deserto queste iniziative esistono “perché c’è ancora speranza”.

In marcia dal Ticino verso Gaza
Il Quotidiano 11.06.2025, 19:00