Al secondo giorno degli encierros i tori cominciano a prendere le misure degli umani che fuggono al loro passaggio, che cercano di confondersi con i muri delle case, che salgono su improbabili ripari ad altezza di corna. Ed ecco allora registrata la prima incornata della sagra di San Fermin: un uomo centrato all’altezza dell’ascella viene ricoverato. Con lui sono state calpestate altre sei persone, ma nulla di grave, solo contusioni e ematomi.
Sul percorso di 846 metri ci sono fino a 4’000 persone che corrono vestite di bianco e ornate con foulard rosso: tre o quattro minuti di corsa sfrenata per i tori e pochi attimi per evitarli quando ti passano accanto.
Non ci sono cifre ufficiali, ma sembra che nel corso degli anni ci siano stati 15 morti durante l’encierro. L’anno peggiore fu il 1980 quando due tori uccisero 4 persone. L’ultima vittima risale al 2009.
Se San Firmino è così famosa, con migliaia di partecipanti e di gente che guarda dai balconi e milioni in salotto a guardare la diretta lo dobbiamo a Ernest Hemingway e la suo racconto “Fiesta, il sole sorgerà” ancora del 1926.
Hemingway amava la corrida, ed è con una corrida che si concludono le giorante di Pamplona. Dove i tori che hanno corso devono afforntare la corrida con poche possibilità di sopravvivere alla spada del torero.