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Biden: "Non invieremo i caccia F-16 all'Ucraina"

Poco prima dell'annuncio del presidente USA, l'UE era tornata a dividersi - Monito della Cina: "Washington dovrebbe smettere di mandare armi e raccogliere i frutti della guerra"

  • 30 gennaio 2023, 23:42
  • 24 giugno 2023, 04:07
Un F-16 americano durante un'esercitazione nei cieli della Polonia

Un F-16 americano durante un'esercitazione nei cieli della Polonia

  • Keystone
Di: ATS/EnCa/M. Ang.

Gli Stati Uniti non invieranno i caccia F-16 all'Ucraina. Lo ha detto lunedì il presidente USA Joe Biden ai giornalisti al seguito. Poco prima dell'annuncio di Biden l'UE era tornata a dividersi, questa volta sulla richiesta da parte del presidente ucraino di caccia da combattimento. Dopo i carri armati, ad aprire uno spiraglio sui jet invocati da Kiev è stato il presidente francese Emmanuel Macron: "Nulla è escluso in linea di principio", ha detto il capo dell'Eliseo, dando speranza alle nuove richieste del Governo ucraino, che oltre ai jet vuole missili a lungo raggio e sommergibili tedeschi, secondo il viceministro degli Esteri Andriy Melnyk.

Sull'invio di F-16 il premier polacco Mateusz Morawiecki ha precisato che una decisione sarà presa solamente in "pieno coordinamento" con la NATO, ma per Berlino non se ne parla, almeno per ora: "È il momento sbagliato" per discuterne, ha detto la portavoce del Governo tedesco Christiane Hoffmann, ribadendo le parole del cancelliere Olaf Scholz per cui in ogni caso "in gioco non ci sono" aerei da combattimento.

Il presidente francese ha invece sottolineato che ci sono dei "criteri" da rispettare prima di ogni decisione: che vi sia una "richiesta formulata" ufficialmente dall'Ucraina, che "non vi sia un'escalation", che "non si tocchi il suolo russo" e, infine, che "non si arrivi a indebolire la capacità dell'esercito francese".

Dall'Italia invece si fa sempre più concreta la fornitura a Kiev dei sistemi di difesa antiaerea SAMP/T: "È probabile che verranno inviati", ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che prima di qualsiasi mossa "verrà informato il Parlamento dal ministro della Difesa (Guido) Crosetto". Un sostegno, quello italiano, che si concretizzerà proprio con il contributo della Francia, mentre da Parigi è arrivata la conferma di un accordo con Roma per la fabbricazione di altri 700 missili antiaerei Aster. Non per mandarli a Kiev, si assicura da fonti italiane, bensì per "aggiornare le difese aeree dei due Paesi".

Le parole di Macron comunque dimostrano che tra i partner occidentali il dibattito sui caccia all'Ucraina è aperto, dopo che finora c'erano state solo porte chiuse per Kiev in una questione ancor più spinosa di quella dei carri armati, che già hanno provocato le ire di Mosca e dei suoi alleati.

Ad entrare a gamba tesa nella discussione lunedì è stata la Cina, che dopo aver chiesto alla NATO di mettere da parte la sua "mentalità da Guerra Fredda", ha attaccato gli Stati Uniti: "Dovrebbero smettere di inviare armi e raccogliere i frutti della guerra", ha ammonito la portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning.

Mentre per Mosca il continuo invio di armamenti a Kiev "è una situazione senza uscita che porta ad una significativa escalation", ha avvertito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

L'Occidente tuttavia respinge le accuse e mantiene la sua linea: Francia e Australia hanno raggiunto un accordo per fornire proiettili da 155 millimetri all'Ucraina, mentre il ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha riferito che i carri armati Challenger arriveranno a Kiev "prima dell'estate, probabilmente verso Pasqua".

Se il sostegno militare è chiaro, per Kiev deve esserlo altrettanto quello politico, che passa anche dallo sport. Così il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak ha polemizzato venerdì con il Comitato olimpico internazionale (CIO) accusandolo di "promuovere la guerra" non escludendo i russi dalle Olimpiadi di Parigi 2024. "Dichiarazioni diffamatorie", ha risposto il CIO.

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